No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti, i capilista eletti in più collegi non potranno più optare ma si vedranno assegnato il collegio con il sorteggio. E’ questa la decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum. Una decisione che porta a una legge immediatamente applicabile. Ed anche al ritorno ad un sistema proporzionale. 
La Consulta non boccia per intero l’intelaiatura del meccanismo di una legge elettorale fortemente voluta dal PD renziano ma di certo pone problemi di governabilità e di tenuta politica. In definitiva, in questo momento, ci sono due sistemi elettorali che si potrebbero definire simili nella loro natura proporzionale per Camera e Senato ma non omogenei e tutti e due “emendati” dall’intervento della Consulta. Italicum e Consultellum, in teoria, potrebbero permettere al Capo dello Stato di essere nelle condizioni di sciogliere le Camere e optare per il voto; resta la diversità in tema di premio di maggioranza e ovviamente la responsabilità politica affidata ai partiti ed alla loro impostazione. La via di mezzo è quella del ritorno al Mattarellum, maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari, che garantirebbe quella omogeneità tra i due rami del Parlamento. Un quadro, per la verità, assai contorto e nel quale le forze politiche si muovono con estrema circospezione anche perchè il rischio di impasse è forte e forte è anche il pericolo di operare scelte che potrebbero rivelarsi ad effetto boomerang. Sull’argomento intervengono i due big della politica beneventana Umberto Del Basso De Caro e Clemente Mastella. Per il Sottosegretario piddino occorre prima leggere le motivazioni della sentenza. ” Se il Senato sarà conforme alla precedente decisione della Corte”, dice De Caro, “avremo collegio unico regionale con preferenza unica e sbarramento all’8%” . A parere del Sindaco di Benevento “è la mancanza di politica che concede alla Corte di occupare spazi che non sarebbero di sua pertinenza”. Mastella focalizza l’attenzione sulla necessità di omologare Camera e Senato con un unico criterio, poi vira sul versante più prettamente politico. “Non credo si voti presto e di norma chi chiede il voto anticipato finisce poi per perdere le elezioni”.
