A conoscere bene Fausto Pepe si potrebbe pensare che abbia aspettato da tempo l’occasione che gli offre il suo nuovo status di consigliere comunale. In effetti è proprio così. Fausto volle fortemente essere parte del nuovo consesso, pur sapendo di esporsi alle inevitabile e forse anche giustificate critiche dei suoi avversari, per via del suo carico decennale di responsabilità politiche e amministrative. Ma Fausto non se ne da per inteso e da quando ha tagliato gli ultimi cordoni ombelicali col suo ex mentore è un vero e proprio torrente in piena, una spina nel fianco del suo ex padrino politico. Non passa giorno che il dottor Faust non polemizzi con l’Amministrazione diventando, di gran lunga, il più battagliero tra i banchi dell’opposizione. E così è per i fondi del terremoto del 1980 ed oggi con l’interrogazione sul dissesto. Su questo punto Pepe è particolarmente agguerrito. Nella interrogazione presentata chiede di sapere quanti debiti fuori bilancio sono stati pagati dall’Ente nel quinquennio 2011-2016, quanti fondi sono stati richiesti ed ottenuti con il D.L. 35/2013 e con altri fondi della CCDDPP sempre per il pagamento del debito; di quanti anni e di quale rata è il mutuo per il rientro di questi prestito, quanti sono i debiti fuori bilancio ad oggi certi, liquidi ed esigibili non ancora riconosciuti; di quanti anni e di quale rata è il mutuo per il rientro del cosiddetto disavanzo tecnico di circa 34 Ml euro. Questi i punti salienti, in tutto sono una decina, ma quanto basta per ritenere che l’ex sindaco non mollerà tanto facilmente la presa anche perchè lui, e ne rivendica con forza la paternità, ritiene di avere profuso tutte le sue energie nel tentativo di sanare il buco milionario del comune. Senza sfuggire alle sue responsabilità ma affermando quanto meno di averci provato fino in fondo con due manovre di salvataggio per evitare il dissesto. Dissesto che è stato dichiarato dall’attuale establishment di Palazzo Mosti.