Non solo il Pd ma anche Forza Italia preda di forti convulsioni che rischiano di minarne la stabilità. Frutto di antiche schermaglie ma anche del voto provinciale che ha contribuito a gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Un partito che sembrava in risalita, stando ai consensi, e che di certo sta lavorando per tornare a livelli di rappresentatività degni di un passato fulgido e neppure tanto datato. Fatto sta che esiste uno status da guerriglia interna che rischia di ripiombare il partito non solo ai minimi storici del recente passato ma addirittura di azzerarlo: ed è un rischio forte. Non è un mistero che siano tre ormai le correnti che si fronteggiano in Forza Italia; quella che fa Capo a Nunzia De Girolamo, al coordinatore Errico e ai sindaci tra cui ovviamente Matera, che potremmo definire l’establishment ufficiale; quella che fa capo a Mino Izzo e la “quadruplice” Capuano-Puzio-Iannace-Reale. Da questa corrente, che appare la più vicina a Mastella, si sussurra che Puzio e Capuano siano già tra i mastelliani o in procinto di aderirivi, arrivano le critiche più forti verso la linea del coordinatore Errico, di cui non si è chiesta la testa, ma verso il quale si nutre una crescente insoddisfazione. Polemiche che fonti ufficiali azzurre liquidano come “schermaglie senza conto”, tanto chiara e nitida è la linea dettata da Nunzia De Girolamo e sulla quale non sembrano esserci margini per aprire dibattiti o verifiche interne di nessuna sorta. In questa visuale rientra anche e forse soprattutto la saldezza della posizione di Fernando Errico al timone del partito. Per il resto si naviga a vista. Mastella e i suoi “rasputin”, che di recente lo hanno indotto in qualche irritazione di troppo, lanciano messaggi chiari: Forza Italia non azzardi accordi col PD in qualsiasi sede, conferenza dei sindaci compresa, perchè la ritorsione potrebbe portare a forti ripercussioni in giunta e la posizione più a rischio sembra essere quella di Patrizia Maio. Una soluzione che aprirebbe la strada al rimpasto che comunque è atteso come verifica di questo primo semestre di consiliatura e che conterrebbe in se i prodromi di un quadro politico in fermento, una sorta di sliding doors dalle conseguenze imprevedibili.