Clemente Mastella corre ai ripari e tende la mano a Mario Pepe. Lo fa attraverso una nota, se abbia poi telefonato al collega di San Giorgio, fino a ieri prima dell’intervista da noi realizzata a Pepe non c’era stato alcun contatto (ndr), non è dato sapere. E se contatti non ne sono avvenuti lo stato di “glacialità” dei rapporti lo dobbiamo considerare esistente. Il sindaco di Benevento da per scontato che la collaborazione proseguirà. Ringrazia il presunto alleato per l’impegno profuso, il suo non è stato particolarmente efficace, e loda la modestia e l’umiltà con la quale il fondatore del PD sannita ha abbracciato l’avventura delle provinciali, con spirito “decubertiano”. “Se Mario Pepe avesse chiesto a noi di essere eletto sarebbe risultato di gran lunga il più votato alla Provincia” scrive sornione Mastella. Il che appare quanto meno surreale. Se uno come Mario Pepe si candida non è certo per fare la comparsa. Risulta che il sindaco di San Giorgio non solo abbia chiesto ma addirittura preteso di essere eletto, al di la delle democristiane dichiarazioni di facciata, e appare assai complicato ritenere che con l’età sia diventato, d’un tratto, addirittura “modesto ed umile”. Gli accordi prevedevano che Pepe entrasse in consiglio per poi dare la scalata alla presidenza, magari con il ritorno alla sovranità popolare. E poi, come più d’uno sussurra, non si comprende perchè mai avrebbe dovuto chiedere se parte non marginale di quel Noi Sanniti, di cui lo stesso Mastella ha parlato come movimento paragonabile quasi ad un partito per la gran messe di consensi che è andato raggranellando in questo frangente. E’ finita che alla Rocca ci salirà Gino De Nigris, su cui hanno finito per convergere tutti gli sforzi di Mastella. E buona notte al secchio. C’è poi un’altra versione dei fatti. Mario Pepe si sarebbe rivolto direttamente a Ciriaco De Mita garantendo che i voti di Benevento sarebbero stati dirottati su di lui per avere il sostegno dell’UDC che non gli è mancato. Ed anche questo porta a ritenere che fosse sicuro dell’appoggio di Clemente Mastella. Si può ritenere che il ceppalonico abbia “dovuto” anteporre le fameliche rivendicazioni beneventane al patto con Pepe? Ah saperlo… Supposizioni, certo, ma esiste, almeno, una certa dose di logica in tutto quanto è successo il 10 gennaio.