La notizia col botto, visto che siamo a fine anno, non è il dissesto che la giunta di Benevento ha proposto al consiglio. Questo epilogo era già stato deciso dall’attuale governo cittadino ed ora va sancito attraverso il voto assembleare e pertanto non desta particolare clamore. Sconcerto quello si, perchè si è preferito evitare di impegnarsi su manovre di riequilibrio che avrebbero comportato non solo uno sforzo eccessivo ma anche il rischio di non riuscirci e Mastella in imprevisti simili non vuole incorrere. E’ contrario alla sua idea di sindacatura ed anche al suo modello culturale che ha proposto alla città, fatto di imbonitura e di visibilità su palcoscenici che lui reputa più importanti. E poi cosa ha lui da spartire coi danni provocati da quarant’anni di malagestio? Meglio concentrarsi sin da ora sul festival del cinema di luglio dove promette di portare in città nomi altisonanti, mai visti prima. Ma di cosa stavamo parlando? Ah, si della notizia col botto. Vittoria Principe che entra nel PD.
La cosa ha provocato una certa levata di scudi che, per la verità, fa un po sorridere. Il principe nostrano del pragmatismo calato nella politica, Umberto De Caro, di certo questi problemi non se li pone: la sua idea di realpolitik se ne fotte dei falsi moralismi e persegue obiettivi che producano frutti. Quali? Non certo quelli di natura prettamente politica. Cosa può apportare una dei veterani del giornalismo sannita in termini di consenso? E in quoziente di voti? Un numero davvero irrisorio. Al netto della scrematura di quella destra, assai minoritaria anche in seno a ciò che resta della destra cittadina, e che accompagnò Vittoria nell’avventura elettorale i voti non arrivano a cento.
E allora quale è la ragione di tanta andata a Canossa da parte della Principe? E’ una supposizione, si badi bene, ma è possibile che Vittoria abbia intravisto qualcosa di positivo per la sua emittente e che De Caro abbia, dal canto suo, compreso che per contrastare Mastella sul piano locale si deve disporre di un house organ e una televisione fa tanta carne. Due destini che si uniscono e visto che Mastella di sponde amiche ne ha, cartacee e televisive, potremmo assistere alla nascita di un controcanto adeguato. Insomma un Umberto che rompe gli indugi e fa, per certi versi, oltraggio alla sua idiosincratica antipatia per la stampa di cui ha una pessima opinione, a torto o a ragione. Se questa ricostruzione si avvicina al vero avrebbe capito, De Caro, che contro l’avversario che si trova a combattere le parole e i ragionamenti, sia pure forbiti, contano assai poco. Conta, invece, scendere sul terreno della rusticità, si passi il termine, vedersela a mani nude e la verve di Vittoria è quello che occorre. E visto che il partito è saldamente nelle sue mani egli ne dispone a piacimento e agisce senza sentire il bisogno di avvertire altri, oltre il ristretto novero di fedelissimi. Una operazione di marketing? Forse, ma nella quale a guadagnarci sarebbero in due, questo è certo.