E’ già tempo di analisi dei criteri con i quali si sono composte le liste che concorreranno alle prossime provinciali del 10 gennaio. Nei noveri piddini non c’è traccia di elementi della città di Benevento e, al netto di sofisticati panegirici politologici, la cosa suscita interesse e perplessità. Da Corso Garibaldi si ribatte che sarebbe opportuno ragionare per schemi di coalizione e si rimanda alla presenza di beneventani nelle altre liste alleate del Pd, nel caso specifico Benevento Popolare con Vincenzo Sguera, e che la città capoluogo rappresenti il 20%, un candidato su cinque. Che è un po il credo umbertino da sempre: più provincia e meno città. Sta di fatto che l’assenza completa di esponenti del capoluogo fa pensare. Fa pensare per esempio alla debolezza della segreteria cittadina, grandemente censurata dallo stesso De Caro dopo il rovescio elettorale e che il cambio della guardia poco o nulla ha influito sull’auspicato cambio di rotta. Per non parlare dei tanti problemi consiliari con pezzi da novanta che prendono le distanze dal partito e si dicono pronti all’autonomia e ad una opposizione “dialogante” nei confronti della maggioranza mastelliana. Insomma, le liste così compilate altro non sono che il perpetuarsi di una stagione di veleni che pare non voler passare.
Fausto Pepe parla di mancanza di dibattito e di condivisione nel PD, Valentino rimanda tutto al 10 gennaio e assicura che la squadra è forte e compatta.Nel frattempo Erasmo Mortaruolo parte lancia in resta contro ‘Campani@ in Circolo’, l’associazione che fa capo ad Alfredo Nazzaro. Mortaruolo riferisce di avere parlato con De Luca del fatto che l’associazione candidi un 
proprio uomo, Moccia, in quota Mastella e che De Luca stesso lo abbia espressamente autorizzato a dichiarare di non aver mai sollecitato né proposto alcuna candidatura. Nazzaro non replica ma resta l’uomo più deluchiano presente sulla scena.
