Il cerchio si chiude attorno alla questione Gesesa. Anche il secondo componente di ispirazione lealpepista Umberto Panunzio, già assessore alle Politiche Sociali, saluta la compagnia del CdA e viene rimosso dalla nouvelle vague che comanda a Palazzo Mosti. Al suo posto Alessandra Itro, figlia del magistrato Annecchino e dell’avvocato Itro che Mastella ha designato per la successione . Lo ha deciso il sindaco che ha individuato alcuni vizi insanabili per la prosecuzione dell’esercizio di membro del consiglio d’amministrazione dell’ex assessore e cioè la sua appartenenza al Comune in qualità di dipendente dell’Asia e per il fatto che, a rigore di norma dell’articolo 78 del TUEL, il testo unico degli enti locali, nessun consigliere o assessore può ricoprire incarichi presso istituti o aziende “soggetti a vigilanza da parte del comune”. Ragione per cui Panunzio è stato sollevato dal suo incarico. E fin qui il dato meramente giuridico. In realtà la scelta di Fausto Pepe di inserire suoi uomini, l’altro era Molinaro, destò molte polemiche perchè fu una decisione politica nell’imminenza delle consultazioni amministrative. La Itro segue nell’ordine Gino Abbate, presidente del CdA al posto del dimissionario Marcello Aversano e Antonio Orafo che per molti aspetti non si aspettava di essere “omaggiato” dal sindaco per il suo impegno a favore della causa di Mastella in campagna elettorale. Mastella che torna nel mirino della minoranza consiliare.
I gruppi consiliari PD e Del Vecchio Sindaco ne contestano il completo disinteresse per un’altra partecipata del Comune: l’AMTS. “Attendiamo ancora di sapere come intenda muoversi l’Amministrazione comunale visto che il Comune di Benevento ha scelto di non costituirsi in Cassazione dopo il ricorso della Curatela Fallimentare. Per adesso quello che registriamo è solo un assordante silenzio. Una scelta politica, secondo l’opposizione, “che certifica il totale disinteresse della Giunta Mastella verso l’Amts. Con la mancata costituzione in Cassazione, Mastella ha apertamente manifestato la sua volontà di liberarsi al più presto dell’Amts e dimostrato di non avere a cuore il futuro dei lavoratori”.