Diplomatico, a dir poco, il comunicato diramato da Amina Ingaldi, assessore alle Politiche Sociali con tutte le deleghe più rognose che si possono affidare in capo ad un amministratore. Al punto che sorge assai spontaneo il sospetto che Lui le abbia caricato addosso un chilo di patate bollenti per sbarazzarsene senza colpo ferire o quasi. La diarchia con la Pedà è una contraddizione in termini: non risolve i problemi della mensa, anzi li acuisce e crea tensione altissima in una giunta dove i nervosismi sono palesi ma tenuti in sordina solo dal carisma del capo. Insomma, uno stillicidio che sta logorando le due primedonne ma che fa sorgere il fatidico interrogativo: qui prodest? E la risposta è facile: a nessuno e men che meno al servizio che stenta a decollare. Il comunicato con il quale la Ingaldi “giubila” ogni tensione con la Pedà può essere interpretato in due modi: come una veritiera affermazione dei fatti, oppure come un’abile stratagemma per innervosire la rivale. Propendiamo per la seconda versione. “Non mi sento in alcun modo in competizione e/o in conflitto con la consigliera Giuseppa Pedà” scrive la Ingaldi. “Ho letto tanto e troppo di litigi tra di noi, a mia memoria mai avvenuti e smentisco nella maniera più assoluta la mia posizione ostativa all’operato della consigliera Pedà. Abbiamo due ruoli completamente diversi: il mio è un ruolo politico quello della Pedà è un ruolo tecnico/specialistico. Per tale motivo non mi sento in alcun modo esautorata”. Amina Ingaldi scrive anche del suo rapporto con il sindaco. “Ho ricevuto la nomina di Assessore con delega alle scuole da parte del Sindaco Mastella e mi onoro di svolgerla nel pieno rispetto delle regole etiche, civili e morali sempre in piena sintonia e in linea con gli indirizzi programmatici e politici del nostro Sindaco Clemente Mastella. Abbiamo a cuore gli interessi dei cittadini ed in particolare, nella vicenda mensa scolastica, essenziale è la tutela della salute dei bambini. Nostro unico interesse, mio del Sindaco e della giunta in tutta questa vicenda è che venga svolto un servizio che rispetti le norme sanitarie e che garantisca una buona qualità dei cibi somministrati nell’interesse della comunità tutta”. E quinci sien le nostre viste sazie…