L’arrivo di Matteo Renzi già anima, e come potrebbe essere il contrario, la vita politica e sociale della città di Benevento. Città che a distanza di 48 ore riceve ministro degli Esteri e Premier, un vero en plein che però sottende scopi di carattere elettorale. Il Governo va a rullo compressore e difende la sua idea di riforma e lo fa mettendo ventre a terra tutti i suoi esponenti a cominciare dal Presidente del Consiglio, instancabile nel suo tour de force. Sarebbe stato meglio che le due personalità fossero arrivate nel vero esercizio delle loro funzioni, avessero ritenuto opportuno visitare una parte di Paese a prescindere dal referendum. Arrivano in veste di promoters e allora “convien che si balli”. Città che si avvia ad essere blindata con centinaia di agenti delle forze dell’ordine a presidiare l’area del Massimo e presumibilmente a reprimere le quasi scontate manifestazioni di dissenso che si sarebbero materializzate come accade in tutta Italia. Fatto sta che per evitare complicazioni è fatto divieto assoluto di manifestare, così che si possa permettere a Renzi di evitarsi le solite sortite alle quali è soggetto quasi ovunque. Un giro di vite che non è piaciuto ai diretti interessati.
Pasquale Basile di Lap Asilo31 parla di “atto scellerato che mostra il concetto deviato di democrazia di questo governo”.
Il Comitato Articol0 1 chiama in causa il neoquestore Bellassai che ha impedito lo speaker-corner che i militanti avevano richiesto quattro ore prima dell’arrivo del Capo del Governo. “Per il PD democrazia è mettere il bavaglio al diossenso”, dice Costanzo di Gioa dalle colonne dei socials.
Va detto, ad onor del vero, che i dissenzienti avevano chiesro l’autorizzazione a tenere un comizio dinanzi la villa comunale, in stile british, sul modello di Hide Park. Ma chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche per cui nulla di fatto. Coasì è (se vi pare).