Galeotta fu la vignetta e chi la pubblicò. E’ certamente questo il caso del giorno in questa improvvisa convulsione politica che sta attraversando la città. Mastella che scarica la responsabilità sulle spalle di una delle sue due collaboratrici, si sussurra Mara Franzese, un’amministrazione che inciampa ancora una volta sulle insidie del socials, materia assai delicata da trattare con il bisturi.
E così dopo il caso Giorgione ecco che è il sindaco stesso a cadere nelle sabbie mobili dell’imprudenza e a conoscere i marosi del corto circuito mediatico. Ca va sans dire che nessuno ha gridato alle dimissioni e che anche il mondo cattolico, pur giudicando con acerbità l’accostamento del crocefisso alla figura pilatesca di De Caro, non è andato oltre l’esecrazione e da Piazza Orsini, per ora, non c’è stata alcuna presa di posizione. Tanto meno dall’opposizione democrats in consiglio comunale. Per il PD parla per ora il segretario Valentino che centelina le parole.
Tra i pochi a far sentire la propria voce è Fausto Pepe che dal suo profilo facebook attacca violentemente Mastella. “Dopo il “poetico” post ferragostano che offendeva il Presidente Renzi e sua moglie, oltre al contenuto altamente razzista, oggi è il sindaco stesso a brillare per rozzezza e blasfemia, sempre coinvolgendo esponenti di governo”. Pepe coglie un’occasione unica per restituire a Mastella quanto ricevuto in tema di dissesto. Una storia che di certo non finisce qui.
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