BENEVENTO- S’ode a destra uno squillo di tromba ma a sinistra cosa si agita? Si è abbondantemente parlato e scritto delle difficoltà “psicologiche“ di chi ha perso di brutto ed ora stenta ad organizzarsi. Una delle anomalie di questa situazione è la presenza di due figure, capogruppo e coordinatore dei gruppi, che si fa fatica a comprendere se non si vive e si opera a Benevento. Qui nella repubblica autonoma tutto questo si annovera nella normalità e allora ci si mobilita per dare contenuto ad una organismo, il coordinamento, che di senso ne avrebbe poco, in un contesto qualunque. Si potrebbe ipotizzare che la soluzione sia utile per dare corpo e sostanza alla funzione politica di Raffaele Del Vecchio che altrimenti ne rimarrebbe avulso essendoci già un capogruppo. Politicamente molti sono i distinguo.
Ci sono quelli di Marcellino Aversano Vincenzo Sguera che hanno fatto intendere come la libertà di impostazione resti sacra rispetto alla contingenza dei fatti. C’è quello di Fausto Pepe secondo il quale il coordinamento è “un organismo che è strumento per la gestione “proprietaristica” del PD locale”, parole che pesano come macigni, sebbene l’assenza del dottor Faust numericamente non è rilevante ma politicamente è altra musica.
Fausto Pepe, al netto del suo personale rovescio elettorale, che ha vissuto e forse pensa ancora con terrore, per dirla alla Buscaglione, rappresenta pur sempre l’unico in possesso di ars politica pura, ragione per la quale tanto reo tempo si volse contro di lui specialmente nella seconda sua sindacatura. Insomma, Fausto rivendica l’appartenenza al PD nel quale vive da eremita ma dal quale non intende dissociarsi. Tutto questo per dire che, nella migliore delle ipotesi, il coordinamento sarà uno strumento interlocutorio perennemente ostaggio delle decisioni dei singoli di fare parte per se stessi ogni qual volta ai nove non converrà porsi sotto la sua egida. Resta da capire poi il rapporto col Movimento 5 Stelle ma questo lo scopriremo solo vivendo.