Non è un periodo facile per Mastella e la sua giunta. Il sindaco conducator, che si è posto fieramente a capo di ogni cosa possa coinvolgere il suo governo cittadino, sin dagli inizi del suo mandato, sembra segnare il passo nonostante il suo iperdinamismo non appaia appannato. Appannata è invece l’azione di governo che al di la di qualche bagliore, fondamentalmente legato al clima festaiolo dei primordi, ora langue in un mare magno di difficoltà sensibili a partire dallo stato di predissesto verso cui sembra avviato il Comune, del quale bisogna riconoscere al sindaco una responsabilità assai limitata. Dove invece emerge chiara una forte defaillance è sulla tenuta politica ed etica della giunta che lui stesso ha deciso, dall’alto della sua straordinaria vittoria elettorale. La pax mastelliana sembra essere andata in forte crisi. A partire dall’allontanemento di Giorgione, per le note osservazioni su facebook, il rapporto con la giunta è andato via via peggiorando. Tralasciando le relazioni ormai logore con l’assessore Ingaldi, caricata, forse, di responsabilità eccessive rispetto alla sua esperienza, e che vorrebbe liquidare per far posto a Donatella Parente, ma sarebbe la seconda testa a saltare nel giro di quattro mesi, un po troppo, la sequela di frizioni ha finito per coinvolgere anche altri personaggi che molto peso hanno avuto nella cavalcata vincente del sindaco. Prendiamo Luigi Ambrosone ma di più Mario Pasquariello, difeso dal sindaco nella controversia col Pd. Anche lui ha assaporato gli strali sindacali, pare per un fraintendimento circa una riunione in una zona nella quale Mastella ha preso molti voti e nella quale Pasquariello si è presentato, secondo i rumors, senza avvisarlo. C’è di peggio che le rampogne avvengono coram populo e questo secca un po chi le riceve; in questo caso la rottura è stata davvero ad un passo. In sostanza si è instaurato un clima di nervosismo generalizzato. Sono in fermento anche Forza Italia e da parecchio, ma anche l’Udc per via dei corteggiamenti del sindaco all’NCD e la recente visita di Casini non ha di certo fatto calare la pressione. Di De Minico e della Pedà si conosce il “malpancismo” ed anche la loro esigenza di accasarsi politicamente e dulcis in fundo la faccenda del PIU Europa. Anche qui in parecchi si sono incazzati ma poco possono contro le pressioni di Sandra e la volontà di integrare le vestali che accompagnano Mastella nella sua gestione del piano nobile di Palazzo Mosti. Ce ne sarebbe per innescare un procedimento a catena che a soli 4 mesi dall’elezione in pochi avrebbero previsto.