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Benevento| A San Modesto in onda le ragioni del No

Benevento| A San Modesto in onda le ragioni del No

30 Settembre 2016 | by Enzo Colarusso
Benevento| A San Modesto in onda le ragioni del No
Politica
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“Al referendum io voto no”. E’ stato il tema di un incontro pubblico che si è tenuto a Piazza San Modesto organizzato dal Comitato Articolouno con la presenza di Enzo Di Salvatore, ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università di Teramo ed esponente del Coordinamento Nazionale No Triv. Nutrita la partecipazione al Rione Libertà con interventi di Amerigo Ciervo e Giulia Tesauro che hanno argomentato le ragioni del No al prossimo referendum del 4 dicembre. “La contrapposizione di fondo che ci vede consorti su posizioni critiche e contrarie alla riforma che intende apportare il Governo non si basa sul singolo articolo ma sulla summa di tutti e 47 gli articoli che l’Esecutivo promuove di modificare”, dice il Professor Di Salvatore. “E’ una riforma che strizza l’occhio ad un disegno neoliberista di portata planetaria e che impone uno snellimento delle decisioni da parte di un Parlamento al quale si impone di essere più sbrigativo che adotta più velocemente le decisioni e soprattutto l’Esecutivo che accentra larga parte del potere decisionale esautorando l’azione del Parlamento stesso”.20160929_193801

Una riforma che secondo i promotori del No è un attacco alle funzioni storiche di un sistema democratico impostato sulla rappresentanza parlamentare che delude anche la ragione intrinseca della riforma che è il taglio dei costi con la nuova struttura del Senato. “Si è passati in un ventennio dal federalismo ad una visione “governocentrica” del sistema politico ed istituzionale”, prosegue Di Salvatore, ” una sorta di ritorno al passato, una centralizzazione dei poteri dal vago sapore da ancient regime, da statuto albertino riveduto e forse corretto”. Per Amerigo Ciervo il referendum non è un bivio tra democrazia e dittatura, seppure in forma soft. “Parlare di fascismo”, dice Ciervo, “sta più nell’ethos che nella sostanza politica, sta nella percezione anche dei mass media nei confronti del problema, nel modo di presentare all’elettorato le ragioni di una scelta in direzione delle riforme più accattivante e con linguaggio più adatto ai tempi e alla sensibilità attuale”. Alla domanda se fosse giusto o meno sottoporre materie del genere ad un elettorato in larga parte incapace di elaborare una opinione su argomenti così delicati Ciervo ritiene che sia mancato un approccio di condivisione generale che avrebbe evitato il referendum, che rimane strumento assolutamente essenziale in un sistema democratico moderno, e portato alla formazione di una novella Costituente che avrebbe messo insieme tesi anche contrapposte ma, che come accadde nel 46, avrebbe alla fine partorito una Carta condivisa. Così invece, è opinione di Amerigo Ciervo, resta una proposta di parte che si presta all’accusa di manipolazione politica e non permette il superamento del problema.

 

 

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