AVELLINO – Dura la polemica tra il segretario provinciale di Rifondazione comunista Tony Della Pia a proposito di alcune dichiarazione rilasciate dal sindaco di Bisaccia e Presidente della Comunità Montana Alta Irpinia Marcello Arminio.
«Domenica scorsa Lacedonia ha ospitato un’assemblea pubblica sul tema dell’indiscriminata diffusione di parchi eolici in Irpinia d’Oriente. Dei ventinove sindaci convocati, solo diciassette hanno risposto all’appello, ciò dimostra la superficialità con cui diversi amministratori locali affrontano questa problematica. L’Alta Irpinia dopo la sbronza del post-terremoto oggi subisce le conseguenze di politiche di sviluppo inadeguate e dannose, che nei fatti, hanno prodotto un evidente spopolamento, dovuto prevalentemente alla massiccia migrazione dei giovani, costretti ad abbandonare la loro terra d’origine per mancanza di prospettive economiche e professionali. Gli effetti nefasti sono gravi, la perdita di energie e intelligenze espressive svilisce il controllo sociale, le nostre comunità senza la giusta “coscienza critica” rischiano di sopperire sotto l’assalto neo colonialista delle multinazionali. La diffusione deregolamentata dei parchi eolici sta progressivamente devastando l’appennino centro- meridionale, l’erosione del territorio è un fatto, come lo è l’allarmante infiltrazione delle mafie in doppio petto che hanno trovato nelle fonti rinnovabili l’affare del ventunesimo secolo, basti pensare che metà dell’eolico siciliano facesse capo a decine di prestanome di Matteo Messina Denaro. In Irpinia negli ultimi anni si sono verificati una serie di attentati e atti intimidatori che dimostrano, qualora ci sia ancora bisogno, che la nostra non è un’isola felice, non a caso lo scorso anno il vice Presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, dal quale attendiamo ancora la relazione, in visita nel territorio dichiarò: «La sensazione è che questo territorio sia stato abbandonato a se stesso e che gli amministratori locali e gli organi di governo regionale tendano a sottostimare la portata del problema. Colpi di kalashnikov su sottostazioni o pale eoliche non rappresentano una faida tra società ma un reato spia di matrice mafiosa. Loro – incalza Della Pia – il territorio lo conquistano così. Quando le vicende vengono regolate a colpi di dinamite si tratta di una vocazione criminale endemica che pretende attenzione. Il sospetto è che questo sistema sia riuscito a permeare persino in Alta Irpinia lì dove piccole Srl, specie attraverso i subappalti, potrebbero di fatto veicolare il flusso di danaro sporco. Ai comitati, primi presidi territoriali, suggerisco di non abbassare la guardia. E poi, senza la giusta collaborazione con gli organi istituzionali, innanzitutto il Prefetto, non si va da nessuna parte. La Commissione Antimafia prende a cuore la vostra battaglia ed io mi farò carico di portarla sino a Roma. Solleciteremo un’attenzione supplementare per costruire anticorpi, bonificare le coscienze e far sì che certe vicende non passino più sotto silenzio» inoltre, in seguito alla denuncia dei comitati territoriali conseguente a ulteriori atti criminosi il Prefetto di Avellino convocò il Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza e aumentò i controlli sul territorio, la stessa Rosy Bindi Presidente della Commissione Antimafia, nel corso della visita alla villa bunker confiscata al clan Graziano, in cui è nato il maglificio Cento Passi di Quindici, confermò la sua preoccupazione rispetto agli avvenimenti dell’Irpinia d’Oriente. Nonostante tutto – continua – , Marcello Arminio, Sindaco di Bisaccia nonché neopresidente della Comunità Montana dell’Alta Irpinia, intervenendo all’assemblea di Lacedonia usa argomentazioni deliranti quali: “Quando dicevo un anno fa, e lo dico anche adesso, che si tratta di scaramucce tra ditte in cui c’erano situazioni criminali connesse ai campi eolici, non avevo torto. Erano scaramucce tra ditte. Perché chi sparava, chi creava terrore nei campi eolici, erano banditelli di Foggia che sono stati presi tre mesi fa. Quattro erano quelli che creavano problemi nelle zone nostre e altri sei, in tutto dieci, erano quelli che facevano attacchi a furgoni postali e furgoni portavalori. Era criminalità locale. Stop” e inoltre riferendosi a chi contestava dal pubblico osa dire “se tu apri una sala giochi, ci sarà certamente qualcuno che ti verrà a chiedere il pizzo, cioè, voglio dire, è una situazione di normalità”. Quindi secondo la tesi di Marcello Arminio chiedere il pizzo, piazzare bombe, sparare, intimidire, incendiare camion e mezzi d’opera è normalità. Noi dissentiamo categoricamente e non restiamo in silenzio di fronte ad affermazioni così gravi, soprattutto se espresse da un rappresentante delle istituzioni che dovrebbe lavorare per permettere il proliferare degli anticorpi contro i criminali e i prepotenti e non sminuire, come già tristemente accaduto in passato quando si diceva che “La mafia non esiste”. Per queste ragioni invochiamo l’intervento del Prefetto di Avellino giacché responsabile del “Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza”, invitiamo la Procura della Repubblica ad approfondire le ragioni per le quali il relatore ha inteso esprimere un concetto tanto deleterio e, ne chiediamo le immediate dimissioni da ogni carica pubblica per incompatibilità con le più elementari regole di convivenza civile. A tal uopo trasmetteremo la relativa documentazione agli organi preposti”