BENEVENTO- Ci sarà venerdi prossimo 2 settembre il “d-day” sul caso Giorgione, l’assessore all’Urbanistica inciampato in un post carogna su FB nel quale veniva dileggiato pesantemente il Presidente del Consiglio Renzi e la moglie. Giorgione ha negato di essere lui l’artefice del “misfatto” chiamando in causa alcuni ragazzini, compreso il figlio, rei delle parole truci scritte all’indirizzo del Capo del Governo. Per quello che fu definito il caso di Ferragosto ora si dovrebbe arrivare alla dirittura d’arrivo. Giorgione si o Giorgione no? Venerdi a Palazzo Mosti, presumibilmente, saliranno Nunzia De Girolamo e Fernando Errico.
Ufficialmente per confermare al sindaco il nome di Giorgione che Fernando Errico perorerà nel momento in cui afferma di non avere in serbo alcuna alternativa all’avvocato. C’è da vedere come si atteggerà la De Girolamo di cui non è mistero il sostegno al suo uomo più vicino che è Antonio Reale. E pur si tratta di una partita che si gioca su tre tavoli. Il tavolo della conferma di Giorgione, a tal riguardo un Mastella ermetico alla massima potenza ha detto che si regolerà secondo coscienza, locuzione interlocutoria che getta ancora più incertezza sull’esito della questione. C’è poi il tavolo dell’alternativa a Giorgione, nel momento in cui la coscienza di Mastella non dovesse essere propensa all’avvocato. Errico afferma di non avere altre carte da giocare ma la sensazione che Ninni Russo possa essere caldeggiato è effettiva e qui se ne vedrebbero delle belle con Giorgione pronto a vendere carissima la pelle. C’è poi il terzo tavolo che è quello della rottura definitiva con Forza Italia. Mastella solleverebbe Giorgione e darebbe l’Urbanistica ad un suo fedelissimo, si vocifera che possa essere Quarantiello, oppure terrebbe l’interim ma esautorerebbe Forza Italia dal Governo della città. Ipotesi futuristica ma non peregrina e per certi versi ancora acerba anche se i rapporti con Nunzia restano freddi nonostante le comparsate della parlamentare accanto al vincitore unico nelle fasi immediatamente successive alla vittoria elettorale dell’ex Guardasigilli.