AVELLINO – La vicenda della discarica di Pianodardine sta accendendo il dibattito politico, a riguardo interviene anche il deputato di Sinistra Italiana, Giancarlo Giordano.
«Lo Stir, l’impianto di trattamento bio-meccanico ubicato nella zona Industriale di Pianodardine, sarà destinato alla produzione della frazione secca trito – vagliata finalizzata al recupero energetico e di quella umida da conferire in discarica. Decisione, questa, che viene assunta con la prima ordinanza in assoluto dell’anno 2016 emanata dal Presidente della Provincia di Avellino su esplicita richiesta della società partecipata “Irpiniambiente” che attua il trattamento ciclo dei rifiuti e attraverso la conseguente ordinanza del 12/08/2016 con la quale, tra l’altro, si autorizza in via temporanea l’esercizio della trasferenza e dello stoccaggio della frazione organica in un apposito capannone abilitato provvisto di procedura meccanica semovente .
La decisione nel provvedimento amministrativo è stata motivata per l’oggettiva impossibilità di ricorrere a soluzioni alternative rivelatesi per distinte ragioni impraticabili.
A seguire la pedissequa premessa riportata nel suddetto deliberato la scelta della Provincia potrebbe sembrare del tutto consequenziale . Tutta la vicenda appare quantomeno paradossale se si considera che la Legge Regionale n. 14 del 2016 prevede che le società provinciali come “Irpiniambiente”, continuino a svolgere le funzioni fino alla data dell’effettivo avvio di esercizio del nuovo soggetto gestore e comunque non oltre i 90 giorni dalla data di entrata in vigore del novellato regionale .
Infatti la stessa legge regionale attribuisce ai Comuni “Le funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani” per mezzo della definizione degli Ambiti e dei sub Ambiti; precisando che i comunica Capoluoghi possono costituirsi in singoli Sub Ambiti Distrettuali. In questo modo i Comuni Capoluogo potrebbero organizzare e gestire in autonomia la raccolta dei rifiuti sul proprio territorio”.
In questo contesto di imminente passaggio a un nuovo assetto che, teoricamente, potrebbe vedere il completo riassetto del servizio di raccolta e anche un eventuale ricorso all’affidamento attraverso un bando pubblico, la Presidenza della Provincia nel giro di due giorni dalla richiesta avanzata dalla società partecipata, emana un‘ordinanza sulla base della quale autorizza , in via temporanea, l’esercizio della trasferenza e dello stoccaggio della frazione organica per un quantitativo massimo giornaliero di 100 t.
Va ancora ricordato che tutta questa vicenda si sviluppa in un sito, lo Stir, già ampiamente gravato da problematiche di inquinamento ambientale. Infatti, a seguito delle contaminazioni rilevate dall’Arpac, è stato attuato un “Piano di Caratterizzazione” che ha previsto l’esecuzione di una serie di carotaggi ed analisi dei terreni e delle acque e, sulla base dei cui risultati, è stata convocata una conferenza di servizi per l’approvazione del documento per l’Analisi di Rischio.
La decisione ferragostana, dettata da una probabile emergenza, in tale contesto rende legittimo il sospetto che essa possa servire da cavallo di Troia per anticipare quanto già previsto per lo Stir di Pianodardine e proceduralmente incardinato con la richiesta di ampliamento della capacità di trattamento dei rifiuti per gestire nello stesso impianto anche la frazione umida, gli ingombranti ed i RAEE e in prospettiva la paventata realizzazione del biodigestore, che trasformerebbero di fatto la temporaneità emergenziale in una ristrutturazione permanente del complesso impiantistico della filiera dei rifiuti di Pianodardine».
«Si potrebbe – continua Giordano – richiamare la delibera di indirizzo prodotta a suo tempo dal Consiglio comunale di Avellino con la quale si assunse l’impegno a fermare il processo di insediamento degli opifici dell’impiantistica ambientale, come si potrebbero ricordare i continui accadimenti di pericoloso e nocivo inquinamento dell’area di Pianodardine o l’instancabile lotta di civiltà intrapresa dagli esasperati abitanti dell’intera area sub urbana della Valle del Sabato, per prendere seriamente coscienza di una dimensione oramai allarmante del fenomeno .
Per queste ragioni ci risulta alquanto incomprensibile la scelta della Provincia di Avellino di continuare a creare ulteriori condizioni di insediamento della filiera dei trattamenti ambientali dei rifiuti non rendendosi conto del fattore umano che dovrebbe dettare, invece, una politica di controtendenza e di smobilitazione in un’area che ci si ostina a definire “industriale” solo per tarda vocazione urbanistica quando, invece, di fatti è un’area antropologicamente dinamica, con insediamenti abitativi ad area vasta, attività artigianali, commerciali e di servizio, vera e propria infrastruttura urbana di ingresso per la città capoluogo».
«E’ con questo spirito – annuncia – di intenti che noi di Sinistra Italiana aderiamo alla imminente manifestazione promossa dai Comitati ambientalisti e che vedrà protagoniste ancora una volta le laboriose e pazienti popolazioni di Pianodardine e della Valle del Sabato».