BENEVENTO- Il day after il caso Giorgione, che ha scosso il Ferragosto beneventano con la rimozione forzata dell’assessore all’Urbanistica da parte del sindaco Mastella dopo il post apparso su facebook di offesa e dileggio al Capo del Governo e consorte. Giorgione ha ammesso tutte le responsabilità pur declinando la paternità dello scritto asserendo che si tratta di una goliardata di ragazzini tra i quali il figliolo. L’avvocato incassa il sostegno un po imbarazzato del suo partito e si dice sicuro di poter dimostrare quanto ha affermato nell’immediatezza dei fatti. Mastella gli ha chiesto di provare a giustificarsi in modo convincente e proprio oggi è apparso un nuovo post nel quale Giorgione ammette la leggerezza ma ribadisce la sua totale estraneità.
Il provvedimento di revoca del mandato è nei fatti. Mastella è apparso assai seccato. Sottoposto ad un superlavoro in questi primi mesi di esercizio, certo non si aspettava di dover trascorrere le poche ferie alle prese con questa grana che potrebbe portare ad anticipare i piani di rimpasto che secondo ambienti vicini al sindaco dovrebbero attuarsi già in autunno. Insomma un vero e proprio lampo a ciel quasi sereno e l’avverbio è opportuno anche perchè non sono tardati i commenti assai duri che sono arrivati dalla stessa squadra di governo, vedi Picucci. Sull’affaire Giorgione interviene con una nota anche il PD cittadino beneventano. Giovanni De Lorenzo parla di “caso delicato” e si augura che “l’apprezzabile presa di distanza annunciata a mezzo stampa dal Sindaco Mastella porti a conseguenze concrete e non solo di facciata”. “Restano inaccettabili”, prosegue il segretario cittadino del PD, “il volgare attacco al Presidente del Consiglio ed il contenuto discriminatorio del post in questione”. Non potevano mancare i giudizi provenienti dalla rete e di cui facebook è portatore sano. C’è chi si schiera con Giorgione ricordando la sua spiccata propensione al sociale e la sua disponibilità nei confronti dei più deboli, anche dal punto di vista professionale, chi lo accusa di avere scaraventato la responsabilità sui ragazzini e ne prova sconcerto. Resta sullo sfondo la potenza dirompente delle nuove tecnologie nei confronti delle quali ancora non si è presa piena coscienza del portato, anche distruttivo. E della rete, nuovo foro globale, che può finire per diventare un inesorabile tritacarne mediatico con effetti molto maggiori rispetto a quelli del cosiddetto “quinto potere”. Quello di Giorgione è il primo caso di assessore silurato per “eccesso di rete”, potremmo dire. Un caso che potrebbe fare scuola.