BENEVENTO- Il Movimento 5Stelle interviene in merito al concorso interno al Comune di Benevento per la copertura di tre posti dirigenziali pro tempore. Marianna Farese e Nicola Sguera contestano la procedura utilizzata dall’Amministrazione, definita “una forzatura”. I Pentastellati si chiedono il motivo per cui l’appartenenza al settore fosse elemento centrale della domanda, “quando è noto che molti dipendenti hanno ruotato in vari settori. In ogni caso appare estremamente discrezionale la scelta operata”, legittima ammettono Farese e Sguera,” ma in stridente contraddizione con quella conclamata volontà di trasparenza che il Sindaco Mastella ha rivendicato. In particolare appare clamorosa la conferma in un settore strategico quale quello delle Finanze di un Dirigente che è apparso organico alla precedente amministrazione. Sarebbe stato opportuno un gesto forte di discontinuità. Ci si augura che tale scelta sia dettata dalla contingenza del momento, che impone, in tempi a dir poco ristretti, l’approvazione del rendiconto finale 2015, per il quale il Consiglio tutto è stato diffidato. Decorsa questa scadenza ci si aspetta che nel rispetto del termine “pro tempore” si proceda finalmente ad una nomina dirigenziale sotto il segno della discontinuità. Se tre indizi fanno una prova, ci troveremmo di fronte al terzo segno di continuità con l’amministrazione Pepe”, il riferimento va alla questione Asia/Lonardo e alla questione Molinaro/Panunzio/Gesesa. Farese e Sguera ne hanno anche per la scelta, definita assai discutibile, legata alla presidenza Asea e quindi la virata su Carlo Petriella. “Era proprio necessario”, si chiedono i due consiglieri di opposizione, “ricorrere ad una procedura intelligente e innovativa da parte del Presidente della Provincia Ricci per nominare poi un tipico rappresentante della medesima casta politica, il cui curriculum, con tutto il rispetto, non è assolutamente paragonabile a quello dei tanti rappresentanti della società civile che hanno fatto domanda per la presidenza dell’ASEA? La morale della favola è che non si può mettere il vino nuovo nelle botti vecchie. Il metodo innovativo della chiamata pubblica e della valutazione dei curriculum può essere, purtroppo, messo in pratica solo da un soggetto politico che non ha famelici appetiti.