AVELLINO – Una lettera per Matteo Renzo a firma di 11 consiglieri comunali di Avellino. Sono : Luca Cipriano, Salvatore Cucciniello, Francesca Di Iorio, Gianluca Festa, Antonio Genovese, Marietta Giordano, Stefano La Verde, Francesca Medugno, Gerardo Melillo, Massimiliano Miro, Giuseppe Negrone.
Ecco il testo:
Prima che sia troppo tardi, prima di compiere scelte dirompenti ma necessarie, siamo costretti a rivolgerci a Te.
Prima che il PD ad Avellino sparisca o smarrisca del tutto la sua carica di innovazione, Ti scriviamo questa lettera perché Tu sappia, perché Tu approfondisca, perché Tu intervenga.
La città di Avellino, da decenni a guida di Centro Sinistra, capoluogo di una provincia di 400mila abitanti, presidio delle zone interne della Campania, vive da tempo una delle fasi più drammatiche, complesse ed umilianti della sua storia.
Nel giugno del 2013 il PD, seppur al ballottaggio ed in un contesto di preoccupante e rilevante astensionismo, ha confermato la guida della città, eleggendo alla carica di Sindaco il Direttore dell’Associazione dei Costruttori, Paolo Foti.
Con lui, indicato dal Partito provinciale senza celebrare le primarie (annullate in gran fretta pochissimi giorni prima che si celebrassero), si è candidata edè stata eletta una nutrita schiera di amministratori, professionisti, giovani ed esponenti della società civile avellinese.
Il PD ha complessivamente eletto ben 16 consiglieri su 20 di maggioranza, ottenendo il consueto successo di consensi.
Ma il rapporto di fiducia politica ed umana con il Sindaco si è quasi subito incrinato, fino a svanire del tutto.
Una serie di avvenimenti e scelte a dir poco azzardate ci hanno portato a questo punto.
Nei primi 3 anni di amministrazione, il Sindaco Foti ha nominato ben 25 assessori (in pratica una giunta all’anno), dimostrando di non avere mai chiara un’idea per la città e tradendo le aspettative dei consiglieri comunali che, mettendoci la faccia, avevano creduto nel rinnovamento in nome della buona politica.
Incapace di ogni relazione politica ed umana, sempre prontamente consigliato solo ed esclusivamente dal suo ristretto cerchio magico di ex politici allergici all’idea di godersi i (tanti, troppi) vitalizi accumulati, il Sindaco Foti ha provocato una frattura insanabile con ben 11 dei primi 16 consiglieri eletti nella lista del PD, 11 amministratori che rappresentano oltre il 51% del totale dei voti conquistati dal nostro partito alle ultime amministrative.
In pratica, il Sindaco ha già “dimezzato” il peso elettorale del Partito in città, pronto adesso ad annullarlo del tutto.
In Consiglio comunale regna il caos.
I democratici hanno eletto finora tre capigruppo, non riescono ad eleggere il quarto ed attualmente sono guidati da un reggente.
Il PD ha quasi subito perso il sostegno di una brillante e giovane consigliera, passata nella fila dell’opposizione.
Il Sindaco Foti ha logorato i rapporti non solo con il nostro partito, ma anche con altre forze politiche di maggioranza presenti in consiglio comunale, come gli esponenti di un gruppo civico che (con un consenso dell’11% alleamministrative) è poi confluito nel gruppo consiliare democratico e negli organismi del partito provinciale.
Non bastasse, è entrato in conflitto con gli esponenti di una seconda lista di sostegno al PD e, finanche, con due consiglieri comunali che, molto radicati e conosciuti in città, avevano deciso di aderire pienamente al Tuo progetto politico, abbandonando le fila dell’opposizione consiliare ed aderendo al gruppo PD.
Non solo.
Grazie alla “leadership” esercitata con “autorevolezza e credibilità” dal Sindaco Paolo Foti, abbiamo inanellato di seguito una serie di sconfitte elettorali senza appello e dal significato inequivocabile.
Per non dilungarci, Ti segnaliamo solo la più clamorosa e dolorosa per il nostro partito.
Il Sindaco di Avellino Paolo Foti, candidato nel 2013 alla presidenza della Provincia contro un primo cittadino di Forza Italia, è stato bruscamente sconfitto nonostante le liste di Centro Sinistra che lo sostenevano abbiano eletto ben 8 consiglieri su 12.
Ma non finisce qui.
Infatti, l’aspetto più drammatico, dal punto di vista politico, di quanto sta accadendo ad Avellino è l’esplosione di una preoccupante questione morale che sta minando alle fondamenta la credibilità e la storia del Partito Democratico in città.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad arresti, rinvii a giudizio, avvisi di garanzia e perquisizioni all’alba i cui destinatari sono stati dirigenti di partecipate e funzionari municipali, consiglieri comunali e loro diretti parenti.
Lo stesso Sindaco Paolo Foti risulta ad oggi destinatario di un rinvio a giudizio, una richiesta di rinvio a giudizio e due avvisi di garanzia, tutti su vicende di primario interesse sociale, ambientale e pubblico.
Ciononostante, il primo cittadino, nel mese di luglio, a conclusione di un dibattito surreale che ha preceduto l’approvazione in seconda convocazione – con soli 11 voti favorevoli su 33 consiglieri – di un Bilancio consuntivo e previsionale viziati da fondati motivi di illegittimità (all’attenzione della Procura della Repubblica e con la scure dell’intervento censorio della Corte dei Conti) ha affermato – con la sua solita e cieca arroganza: “Dichiaro alla città, pur nella esiguità dei numeri, che questa è la mia maggioranza, questi sono i consiglieri comunali cui debbo, ho il dovere di confrontarmi”.
Alla luce di questa circostanza, alcuni degli eletti ancora in carica, essendo stati di fatto espulsi dalla maggioranza e trattati come corpi estranei all’incomprensibile e personale progetto politico del Sindaco, sono stati costretti a costituire due sottogruppi democratici in consiglio comunale – “Davvero Democratici” e “Democratici per il cambiamento”
Tale ultima decisione, dolorosa ma non più rinviabile, si è resa necessaria anche per fare chiarezza in consiglio comunale e, soprattutto, nell’opinione pubblica sul Partito Democratico locale.
Si è inteso dimostrare che il PD non è quello che, tristemente, oggi appare agli occhi dei cittadini avellinesi. Non è, cioè, l’artefice dell’attuale disastro amministrativo, né tantomeno una forza politica in cui albergano inquisiti e consiglieri attaccati alle poltrone.
Tali responsabilità sono in capo solo ad alcuni e non sono, invece, imputabili ai tanti altri amministratori e militanti che ne difendono l’immagine e la credibilità.
A questa situazione di totale caos amministrativo, peraltro, si associa l’assenza di una guida del partito provinciale che, pur non essendo stato commissariato, manca di una dirigenza con la quale potersi confrontare per stabilire una linea politica da seguire.
E’ giusto che Tu sappia che il Partito Democratico, che in Irpinia aveva la sua roccaforte e che ha sempre governato il capoluogo, oggi è ridotto a percentuali imbarazzanti e non si vede una via d’uscita da una situazione di crisi perenne.
Per colpa di pochi irresponsabili Avellino “va a rotoli” e non possiamo consentire che il PD rimanga ancora inerte a guardare.
Non vogliamo che si ripeta quello che è accaduto a Roma e Napoli. Non lo consentiremo.
Chi Ti scrive è un gruppo di consiglieri comunali eletti in questa Amministrazione, ma possiamo garantirTi che le nostre istanze sono condivise da migliaia di militanti, iscritti e cittadini.
Non possiamo assistere all’estinzione elettorale dei Democratici ad Avellino ed al sempre più crescente rischio di sconfitta alle prossime amministrative locali.
Abbiamo fiducia nel fatto che, così come accaduto altrove, il partito nazionale possa subito affrontare quello che sta diventando un “caso Avellino”, il quale – se non fosse tempestivamente risolto – rischierebbe di aggravare del tutto un rapporto già seriamente compromesso tra Partito Democratico e cittadini che in “questo” PD di Avellino non si sentono più a casa.
Da tempo percepiamo la distanza e la disaffezione sempre crescente della gente.
Senza un intervento radicale del Partito nazionale, siamo pronti ad opporci con ogni mezzo ed azione politica affinché una storia democratica di Centro Sinistra ed un progetto di svolta e rinnovamento generazionale in questa provincia non siano ulteriormente macchiati da un Sindaco che rischia di essere ricordato solamente come il più grande “errore” che il PD ha collezionato nella nostra città».