FONTANAROSA – Un fulmine a ciel sereno che portano alle dimissioni dei Flavio Petroccione, sindaco di Fontanarosa. Ne spiega le ragioni in una lunga lettera.
«La conferma della decisione di dimettermi da Sindaco è determinata dalla rinnovata presa d’atto di difendere e salvaguardare la mia funzione istituzionale da comportamenti ed azioni contrastanti con il mio consueto agire, la mia visione della gestione della Cosa Pubblica ed il mio impegno Amministrativo.
Le dimissioni sono scaturite da latenti ed evidenti contrasti sorti tra i rappresentanti della maggioranza consiliare dell’Ente e dalla impossibilità di salvaguardare la coesione delle posizioni tra gli stessi all’interno degli Organismi Istituzionali per garantire la prosecuzione della governabilità a causa del venir meno sia del rapporto di collaborazione politica ed amministrativa, sia della solidarietà umana, determinante per la risoluzione delle problematiche di una comunità.
Le difficoltà ed i contrasti, sia chiaro, non hanno avuto inizio alla vigilia del provvedimento di sfiducia al vice Sindaco e della conseguente lettera di dimissioni da Sindaco, ma già da alcuni mesi».
«E’ da tempo – continua – che celate contrapposizioni, accompagnate da iniziative di carattere personale intraprese da alcuni amministratori, hanno cominciato a minare l’unità e la coesione del gruppo consiliare fino a determinare l’azione di sfiducia del vice-sindaco, provvedimento molto forte che sicuramente ha segnato in modo determinante le sorti di questa consiliatura.
Con tale Provvedimento e con le conseguenti dimissioni da Sindaco si è preso definitivamente atto che lo spirito e l’entusiasmo del 2013, che hanno accompagnato il passaggio elettorale e le prime azioni di questa amministrazione comunale, sono definitivamente venuti meno.
Ed oggi a nulla servono i “mea culpa” recitati da tutti i componenti dell’attuale maggioranza consiliare, come a nulla possono valere le dichiarazioni di disponibilità a fare meglio e bene in futuro poiché ciò è frutto solo dell’emotività del momento e di posizioni che appaiono strumentali. Le contrapposizioni tornerebbero nel giro di poche settimane.
Le dimissioni, quindi, sono il frutto della presa d’atto delle difficoltà della maggioranza.
Quando le cose non vanno bene in un’Amministrazione Comunale a nulla serve “tirare a campare”. Diversamente si rischia di accoppiare al danno (in termini di difficoltà per la gestione amministrativa) anche la beffa con grandi pregiudizi per le comunità per il conseguente rallentamento ed inefficacia dell’azione amministrativa.
Ciò produrrebbe solo un vantaggio in termini personali per un Sindaco bramoso di restare attaccato a tutti i costi alla poltrona.
Pertanto, dopo ciò che è successo in questi giorni e nel corso degli ultimi mesi, il rapporto tra i componenti della maggioranza non sarà mai più lo stesso, sarà inevitabilmente compromesso da ciò che è accaduto.
Sarà, purtroppo, così al di là dei buoni intenti e delle formali dichiarazioni di ognuno dei protagonisti di questa vicenda.
Di fronte alle difficoltà o agli avvenimenti che comunque si determinerebbero nel corso dell’attività amministrativa ognuno vorrà far prevalere le proprie ragioni, i propri risentimenti e vorrà prendersi eventuali rivincite».
«Non essendoci – continua Petroccione -, quindi, le condizioni politiche ed umane per andare avanti e non potendo confidare in una possibile e credibile soluzione, è necessario ed opportuno “gettare la spugna” per evitare danni al paese dovuti a momenti di stallo e di inerzia dell’attività e dell’azione amministrativa. L’interruzione del mandato da Sindaco, inoltre, determinerà di conseguenza anche l’interruzione di altri importanti incarichi da me ricoperti, quello di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Azienda Consortile per la gestione delle Politiche Sociali nei Comuni dell’Ambito territoriale A1 di Ariano Irpino e quello di componente dell’Esecutivo e del Direttivo regionale dell’ANCI Campania. Perdere questi incarichi sarà sicuramente per me un dispiacere e produrrà sicuramente amarezza e rimpianto, ma dimostra in modo inoppugnabile (se ve ne fosse ancora bisogno) che se non avessi avuto buone e sufficienti ragioni per dimettermi da Sindaco non lo avrei mai fatto.
E, soprattutto, dimostra che se fossi stato attaccato alla poltrona (può sembrare retorico e ripetitivo) avrei disatteso anche agli interessi di carattere generale della nostra comunità per badare all’interesse personale. Un pensiero, inoltre, vorrei rivolgere direttamente ai consiglieri comunali eletti nella lista da me capeggiata nel maggio del 2013. A tutti loro va comunque un ringraziamento per aver messo la “propria faccia” in questa vicenda amministrativa ed un monito, affinché da questa circostanza non inseguano il risentimento, l’inimicizia e l’odio poiché sarebbe sbagliato far prevalere questi sentimenti per colpa della politica e ne abbiamo, nel nostro paese, esempi negativi a iosa in tal senso negli ultimi decenni.
Oggi è molto difficile trovare persone in grado di impegnarsi per amministrare una comunità poiché in questi tempi bui e difficili chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica deve fare i conti esclusivamente con le difficoltà che provengono dalla mancanza di fondi, da una normativa incomprensibile e contraddittoria emanata da uno Stato sempre più lontano dai bisogni delle piccole comunità e da una Regione sempre Napolicentrica ed ora anche Salernocentrica».
«Aver dato – chiosa – la disponibilità a candidarsi per impegnarsi per la propria comunità è un merito che va ascritto a tutti loro in modo inconfutabile».