BENEVENTO- Fatta la segreteria nel PD e’ l’ora adesso di provvedere a sanare il vulnus della federazione cittadina, acefala per via delle dimissioni di Lanni e Palladino. La normalizzazione decariana sta per investire anche il partito cittadino per la ricostituzione del quale si fa il nome di Giovanni De Lorenzo che potrebbe mettere d’accordo tutti, tranne ovviamente la minoranza della quale si parla spesso ma i cui connotati, a parte Fausto Pepe, si stenta a riconoscere. Dal disastro elettorale in avanti, per la verità, anche dal Musa si è cominciata a levare qualche voce di dissenso. Francesco Nardone ha criticato in modo netto l’autoreferenzialità del gruppo dirigente decariano ed è cosa che non passa inosservata anche perchè vuol dire che i nardoniani, finalmente, abbandonano l’attendismo e si gettano nel dibattito con un certo fervore. Insomma la giornata di lunedi prossimo dovrebbe suscitare qualche interesse e non perchè sia in discussione la scelta del nuovo establishment cittadino, che è un fatto tutto interno alla maggioranza, ma proprio perchè potrebbe segnare la nascita di un fronte o quanto meno l’embrione di un fronte, capace dar forma e consistenza politica ad un dissenso che in questo momento non esiste in termini di proposta politica. E si che questo potrebbe essere il momento giusto perchè la maggioranza è scossa dalla sconfitta e si arrocca per difendere il proprio spazio vitale che serve a De Caro per mantenere la sua egemonia che non appare in discussione. In sintesi: se coloro i quali intendono fare della loro presenza nel PD una questione di rilevanza politica facciano quadrato e comincino a lavorare e sodo.
