BENEVENTO- Meno cittadini “onorari” più partecipazione attiva. E’ la posizione di Campus che esamina la genesi della vittoria di Clemente Mastella il 19 giugno. “La scelta di Mastella a sindaco di Benevento”, recita la nota, “nasce da tante coincidenze, tutte però relative alla crisi in cui la società locale è precipitata e per la cui soluzione, in assenza di prodotti finali delle varie officine avviate da gente di buona volontà, la stragrande maggioranza degli elettori ha deciso di affidarsi a una persona di indubbia esperienza e capacità. Le sue prime scelte, dettate dal manuale distributivo post-elettorale, dovranno essere verificate sul campo”. Campus valuta positivamente anche la pervicace volontà di Mastella di fare di Palazzo Paolo V il “la casa di città” “un significato che evoca il tema della partecipazione”. Termini come cambiamento o liberazione però potrebbero essere fuorvianti secondo Campus, “un peccato di presunzione che nessuno dovrà compiere, neanche sotto l’eccitazione della vittoria”. E in effetti Mastella, più di ogni altro esponente della sua giunta o della sua maggioranza, appare in trance agonistica, in uno stato di sovraeccitazione che lo rende frenetico. “Il rischio è che i “colpi a effetto” possano diventare strategia. Questi e altri pericoli potranno essere evitati soltanto da una scelta solenne da parte dell’amministrazione: lavorare con la città, “abitarla” e fare in modo che tutti considerino ogni momento decisivo come una riunione di “condominio” in cui non far mancare il proprio contributo. Campus, d’altra parte, si fa anche latore di iniziative o meglio di proposte:
Commissioni consiliari allargate a rappresentanti di settore, alle categorie e alla società civile (una di esse dovrà essere permanente e intersettoriale per affrontare il tema dei giovani e del loro futuro);
Elezione dei consigli di quartiere per neutralizzare la nascita di comitati spontanei e spesso strumentali;
Coordinamento istituzionale delle contrade cittadine;
Referendum consultivo online
Creazione di “Città civile” con il distacco di una quota percentuale dei giovani impiegati nei progetti del servizio civile nazionale da destinare a piani comuni di impegno territoriale;
Immediato confronto in aula e il varo del regolamento sull’uso dei beni comuni.