BENEVENTO- In fin della licenza la riunione del consiglio provinciale si è celebrata. La surroga dei consiglieri entranti in vece di quelli decaduti ha rischiato di scatenare una impasse politica, oltre a bloccare la normale procedura tecnica della Rocca. Accade che i consiglieri di minoranza non si presentino in aula impedendo il raggiungimento del quorum. Inizia un lungo conciliabolo col segretario generale Nardone che mostra perplessità sulla modalità di raggiungimento del quorum e invece la volontà del presidente Ricci di andare comunque in aula, anche senza il quorum canonico. Perchè Ricci è di questo avviso: essendoci la surroga di tre consiglieri, quindi mancandone tre, si abbassa anche il quorum ufficiale che prevede, di prassi la presenza di 6 consiglieri per rendere efficace la seduta. Si può fare anche con 5, dice Ricci, ma è solo l’intervento del segretario generale dell’Upi Antonelli, interpellato da Ricci stesso, a dissipare ogni dubbio e a mettere tutti d’accordo. Si va in aula e si da inizio ai lavori. Poi il mezzo colpo di scena. Matera decide di esserci e allora il quorum c’è e la surroga di Di Cerbo, Napoletano e Ciarlo in luogo di Molinaro, Palmieri e Picucci, è cosa fatta. Matera e Ciarlo costituiscono anche il gruppo di Forza Italia in consiglio e la cosa assume un significato politico: smarcarsi dal mastellismo, sfuggire all’assimilazione, costituire una presenza politica autonoma. Insomma, una mattinata dalle diverse connotazioni. Un tentativo di colpo di mano dei consiglieri fedeli a Mastella di creare problemi alla presidenza Ricci; la parata e risposta del presidente; il guizzo di Forza Italia. Ce ne è materia per approntare analisi politiche din un certo interesse. A margine di tutto la chiosa finale di Ricci