BENEVENTO- La eco delle parole di Clemente Mastella da Palazzo Paolo V ancora presente nel dibattito politico. Il sindaco ha presentato la sua squadra di governo della città secondo il più rigido rituale del “metodo cencelli”: ruoli di responsabilità secondo il risultato numerico delle urne, cosa che fa storcere il naso agli esteti del merito fine a se stesso ma che politicamente irreggimenta le scelte del sindaco ed evita mugugni. E tuttavia il carisma di Mastella e la vittoria elettorale ascritta solo alla sua “fisicità” avrebbero anche potuto imporre scelte più coraggiose e avulse da logiche aritmetiche. Così non è stato, anche se va detto che gli assessorati chiave e relative deleghe “pesanti” sono andati appannaggio di gente esperta e con qualche decennio di vita consiliare in cascina. Spicca il ritorno alla ribalta cittadina di Erminia Mazzoni, cui Mastella affida le chiavi del rigore e della “pedante onestà” e scelta non poteva essere meglio indirizzata visti i tempi. Spicca anche la decisione di Mastella di voler istituire una Commissione di controllo sugli atti amministrativi, la cui presidenza sarà proposta al Movimento 5 Stelle. In realtà il sindaco non può agire “motu proprio” ma è il connotato politico che conta e non quello tecnico. Puntuale la replica di Marianna Farese, capogruppo del Movimento in Consiglio. “Quella di Mastella non è un’offerta perchè la legge prevede che tale commissione se istituita vada all’opposizione, a noi o al PD” la replica secca della Farese che poi aggiunge velenosa: “e non credo che il PD la possa rappresentare degnamente”. Ad ogni modo l’appuntamento è per le 18 di lunedi 11 luglio, il gran giorno della prima assise cittadina, e sarà subito ” studio matto e disperatissimo” con Mastella “Monaldo” e gli assessori leopardiani tra le “sudate carte”.