BENEVENTO- Le macerie del centrosinistra beneventano e del PD in particolare, così come emergono dal quadro politico ed elettorale delle ultime amministrative, ha aperto la stagione delle riflessioni ed anche dei confronti non sempre all’insegna della distensione. Ha aperto le ostilità Umberto Del Basso De Caro con la terribile prolusione del Cattaneo nella quale ha messo alla frusta il PD cittadino annunciando il proprio allontanamento dalle sorti del PD cittadino del quale ha chiesto il repulisti e la palingenesi “in nuce”. De Caro non deprime il suo controllo sul partito tanto che preserva da suo j’accuse la segreteria provinciale che gli serve per mantenere la “guida suprema”; e tuttavia è palese che anche il nume tutelare sia in difficoltà. La Direzione Nazionale che si aprirà nei prossimi giorni potrebbe condurre al commissariamento di parecchie federazioni sconfitte e Benevento non farebbe eccezione. E allora è inaugurata la stagione dei posizionamenti. Da più parti si predica la palingenesi profonda, l’ingresso della democrazia nel partito con i congressi che tornino a formare classe dirigente piuttosto che gli studi privati, insomma una qual certa normalità che rilanci agli occhi dell’opinione pubblica un PD diverso e per certi aspetti affidabile. In attesa di tutto questo l’interregno prelude alla continuità visto che l’apparato di farsi da parte non ha alcuna intenzione. A chiedere una profonda riflessione interna è anche Francesco Nardone, già vicesegretario del partito ai tempi della candidatura di Carmine Nardone col famoso PIT. “La portata del risultato in città impone un confronto serio e non credo bastino le dimissioni del segretario cittadino”, esordisce Francesco Nardone “occorre l’assunzione di responsabilità dell’intero gruppo dirigente rispetto a scelte operate, ma soprattutto rispetto ad una nuova prospettiva futura. Il quadro nazionale, regionale e locale ci consegna un partito sfiancato, lontano dalle esigenze dei cittadini, logorato profondamente nell’ immagine”. Inutile per Nardone Jr pensare di risolvere i problemi con l’ autoreferenzialità mentre appare sempre più improcrastinabile imporre la questione morale, i temi della legalità e della trasparenza specie in questo momento. Che Francesco Nardone sia anche lui un personaggio in cerca d’autore è probabilmente vero. E’ il momento dei posizionamenti, si diceva, e dal Musa si smettono i panni della prudenza e della cautela per indossare quelli della intraprendenza. All’orizzonte esiste chiara la possibilità di approfittare di spazi prima impossibili da occupare e allora si comincia ad uscire allo scoperto. E non sarà questa l’unica sortita.