BENEVENTO- Quale partito verrà dopo la debacle elettorale che ha travolto il PD a Benevento? Una domanda che da sola vale per mille. In pochi si sarebbero aspettati il crollo al ballottaggio e tra questi lo stesso De Caro, da tutti individuato come il maggiore responsabile della catastrofe. Oltre allo stesso Raffaele Del Vecchio, vittima però di giochi di potere nei confronti dei quali tuttavia non ha saputo prendere le distanze a tempo debito. Va da se, tuttavia, che nella notte tragica della sconfitta l’intero partito ha lasciato da solo il proprio alfiere manifestando in maniera chiara quali erano i sentimenti che si agitavano tra i democratici a proposito della sua candidatura. Una scelta calata dall’alto e imposta senza troppi giri di parole ad una platea orante in quel del President giusto un anno fa. Ora si impone la stagione del redde rationem. Ci sarà? E’ auspicabile nell’interesse stesso del partito. Come avverrà? E questo è complicato da prevedere. Quello che si può azzardare è che il coraggio e gli attributi, se ci sono, è il momento di esibirli. Marcello Palladino un passo importante lo ha fatto già: si è dimesso. Altri attendono il ritorno del Capo e quel che ne conseguirà. Nel frattempo si attendono gli sviluppi di quanto si deciderà nel direttivo nazionale del Pd previsto per domani 24 giugno. Ambienti di Largo del Nazzareno sussurrano di provvedimenti draconiani nei confronti di quelle federazioni, moltissime, uscite sconfitte dai ballottaggi. L’ipotesi paventata è quella del commissariamento. Si vedrà. In attesa di sviluppi decisivi l’ormai ex segretario cittadino del PD Palladino, a cuore aperto, parla di possibili scenari futuri e di un nuovo PD da costruire.
