breaking news

Realpolitik umbertina

Realpolitik umbertina

20 Giugno 2016 | by Enzo Colarusso
Realpolitik umbertina
Politica
1

BENEVENTO- Mettiamola così: perdere la città capoluogo è un passaggio doloroso, lancinante eppure calcolato. Umberto Del Basso De Caro lo ha messo in conto quando, l’anno scorso, lanciò, inaudita altera parte, la candidatura del vicesindaco proponendolo al partito e all’elettorato come l’unica scelta possibile. Sapeva che sarebbe stata una soluzione non del tutto gradita dalla base ma era opportuno aprire alle istanze di Nino, poi il suo carisma avrebbe fatto il resto. E sapeva anche che non sarebbe stata la migliore delle opzioni sul tappeto. Quello che non sapeva è che l’avversario sarebbe stato Mastella. Impossibile immaginare il contrario, cioè pensare ad un errore tanto macroscopico. L’appoggio dei Del Vecchio lo ha considerato funzionale al suo progetto personale e si è regolato come fece Enrico IV che cambiò religione proprio per ragioni di realpolitik. E allora si apre la strada ad una congettura che potrebbe avere i connotati della fantapolitica ma anche qualche margine di credibilità. Umberto è sconfitto ma il partito è saldamente nelle sue mani. Le liste hanno tirato che è una bellezza sfiorando il 47%, la base ha fatto la sua parte. Chi ha ceduto è stato il candidato, oltre al nemico Fausto Pepe, e De Caro non esiterà ad indicarlo come l’anello debole della catena. E così potrà anche difendersi da qualche accusa, quella di averlo imposto a tutti in tempi non sospetti. Il partito si diceva. Ebbene pur perdendo la città egli elimina ogni dissenso interno. L’unico che avrebbe potuto impensierirlo era Fausto Pepe ma sappiamo come è andata. L’attuale classe dirigente, in questo momento, non ha alternative ragione per la quale la nomenklatura resta al proprio posto, fatta qualche eccezione. Uno stato maggiore che perde San Giorgio e Benevento a vantaggio di due persone fisiche senza posizioni di potere, in un Paese normale, rassegna le dimissioni e se ne va. Da noi, invece, proseguirà la sua corsa sempre che da Roma non intervengano col bisturi. Fino a quel momento e semmai avverrà Umberto in un colpo solo si libererà di due problemi: si defila dalle pressioni di Nino Del Vecchio e dalla sua maniacale volontà di cogliere attraverso il figlio un risultato a lui precluso ma più di tutto annullare l’opposizione interna e i rischi connessi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *