BENEVENTO- E’ l’ultima conferenza stampa di Mastella, non ce ne saranno più, forse, ma è densa, pregna di spunti come un classico confronto tra Mastella e la stampa. Seduto al tavolo francese, di pregevole fattura, il candidato spazia da un argomento all’altro ma il filo conduttore è rigorosamente mantenuto. Ammonisce gli astanti che una guida sicura ed autorevole per Benevento è indispensabile in vista del possibile disimpegno della Gran Bretagna dall’Europa, il cosiddetto Brexit, e solo lui la può garantire. Apostrofa come ragazzotto borghese il rivale Del Vecchio e lo indica come inadatto al ruolo che vorrebbe occupare. La polemica con la campagna militare del Pd. “Io non fomento alcuna polemica”, dice stizzito, “replico al fango che De Caro e il PD locale ha preso a tirarmi addosso” e preannuncia una querela sia di stampo civile che penale per tutelare la sua onorabilità e quella dei figli “per cose datate e per le quali ho superato positivamente il giudizio di 5 procure”. “Non reagirò con la stessa moneta”, dice serafico tirando in ballo la differenza sostanziale tra la sua cattolicità e l’atteggiamento massonico del PD locale, “pur avendo anche io spunti per attaccare manifesti e scendere in guerra come loro stanno facendo con me”. Allude alle intercettazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano a proposito di Umberto Del Basso De Caro in merito ai voti che non sono gratis. Insomma, Mastella fa capire che se volesse potrebbe ma che di tempo non ce ne è più e che, tutto sommato, è meglio parlare di programmi e progetti. E allora indulge a un paio di idee che potrebbero avere successo
Si sente già sindaco della città e parla senza mezzi termini di liberazione della città da quella che torna a definire “cappa massonica” che ha posseduto tutti i gangli vitali di Benevento in modo famelico. Mastella chiude qui. La sua cavalcata, al netto dell’atto finale, è già abbondantemente positiva. Riuscisse a vincere sarebbe trionfale. Psicologicamente è messo meglio dei rivali ma a questo punto vuole vincere e non è detto che la strategia d’assalto del PD decariano non gli faccia più bene che male. La sensazione è che le fazioni se la giochino all’ultimo spasimo e che potrebbero contare le nuove aggregazioni che dal canto loro faranno pesare, in modo diverso, la loro disponibilità.
