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Viespoli, Ucci e l’opposizione da scegliere

Viespoli, Ucci e l’opposizione da scegliere

11 Giugno 2016 | by Enzo Colarusso
Viespoli, Ucci e l’opposizione da scegliere
Politica
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BENEVENTO- Ucci e Viespoli si presentano alla stampa dopo la lusinghiera prestazione elettorale che ha portato al bancario un 5% tondo senza partiti e posizioni di potere alle spalle. Sperare di più non sarebbe stato tra le ipotesi più concrete eppure quei 2047 voti rappresentano un tesoretto da difendere e possibilmente da rappresentare. E tuttavia, Gianfranco Ucci, in abbrivio di conferenza stampa, seguendo la scia del Movimento 5Stelle, fa sapere che sarà equidistante e se pure la logica vorrebbe che si optasse per la soluzione Del Vecchio, che gli consentirebbe l’ingresso in Consiglio, lui non starà nè con l’uno nè con l’altro: la politica può farsi anche al di fuori di Palazzo Mosti, dice serafico. E c’è da credergli. Ucci, in tutta questa campagna elettorale, è stato il soggetto che più di tutti ha incarnato il verbo del coraggio e della caparbietà. La sua decisione di rimettersi in gioco ebbe i connotati della temerarietà, fu da quasi tutti giudicata una sortita “da gregario in fuga” , un’azione dimostrativa che avrebbe dovuto lasciare il passo a più concrete proposte di ispirazione conservatrice, di destra tanto per intenderci. Sta di fatto che da quella sponda non si è riusciti a proporre nulla e ciò sa il Grande Vecchio che con Ucci ha poi articolato la proposta. Ma Ucci è rimasto nella posizione in cui era il giorno che decise di sorprendere tutti con la sua autoproclamazione. Attorno a lui si è mosso un mondo di destra dai connotati assai nebulosi, frammenti di un quadro che non esiste più e che Viespoli non ha contribuito a tenere uniti. Sia ben chiaro: non si può tirare la croce addosso sempre e solo a lui anche perchè sarebbe troppo facile e non aiuterebbe a capire le ragioni della diaspora, di quei soggetti che hanno fatto le scelte le più diverse ma che poi alla fine imputano a lui e solo a lui le colpe di un disfacimento che è nei fatti. Viespoli però è già proiettato nel prossimo futuro. Fuori o dentro del  Palazzo la barra a dritta è quella di costruire l’alternativa allo status quo attraverso una opposizione seria e diuturna a prescindere da chi amministrerà la città “perchè questo è il dato elettorale che emerge dalle urne”. Un ragionamento che fila liscio come l’olio ma che lascia la porta aperta su quanto potrà accadere nel corso della settimana che porta al ballottaggio. Cosa farà l’ex senatore? Se ne andrà al mare, tempo permettendo, oppure piazzerà una stoccata delle sue? Mastella non gli piace, non lo ha mai gradito manco ai tempi del vituperato Pit, per lui è un residuato della peggiore tradizione democristiana clientelar-affaristica. Anche con la storia dell’Isfol ha operato dei distinguo e preferito la replica di Del Vecchio a quella dell’ex ministro. Insomma: di chi vorrà essere opposizione Viespoli? Ah saperlo…

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