BENEVENTO- Dovremo aspettarci due settimane o poco meno di grandi assalti reciproci e di sciabolate sanguinolente, ben al di la del tollerabile. E’ però frutto della contrapposizione e delle asprezze di questa battaglia elettorale senza esclusione di colpi alla quale tutti hanno partecipato senza porsi limiti, nemmeno di buon gusto. E allora accade che Del Vecchio tiri in ballo la moglie di Mastella, Donna Sandra, gran dissipatrice del potere del marito, ma senza dubbio motore inesauribile di propaganda appresa in anni ed anni di esercizio del potere. Costretta ad un ruolo defilato, Dio solo sa se non le pesi ma è stata la “condicio sine qua non” impostale dagli strateghi mastellati: tertium non datur. Raffaele, finalmente libero dalla condizione di eterno protetto, dimostra di saper mollare fendenti poderosi e mostra “cattiveria”. E se De Caro fa non uno ma due passi indietro e proclama il “largo ai giovani” ecco che il candidato del centrosinistra allargato fa tesoro di tanta autonomia e dopo i sette punti da affrontare subito annuncia anche la Petriello, mirabile creatura, e la Cicchella, degna di molta loda, prime donne della sua giunta adveniente. Ma è tempo di artiglierie. Clemente l’inclemente reagisce al cianuro: io farò il sindaco senza condizionamenti, lui dovrebbe chiedere il permesso ai suoi badanti per ogni scelta” E non pago mette il dito nel voto disgiunto, su come mai eviti di spiegare come mai il 14% della sua coalizione non lo abbia votato. Insomma è questo il crinale sul quale ci muoveremo nel commentare la contingenza con qualche colpo a sorpresa: gli insulti reciproci, alla lunga, non bastano.