BENEVENTO- La politica beneventana converge sul Rione Libertà e non potrebbe essere altrimenti. E’ li che si perde o si vince a Benevento. Anche Raffaele Tibaldi ha scelto il quartiere più popoloso della città per aprire, di fatto, la sua campagna elettorale presentando i suoi 32 candidati del Polo Civico. “Ci vuole coraggio per venire quaggiù”, esordisce Tibaldi, ” fuori dagli ambienti ovattati delle hall degli alberghi cittadini”. Se la città comprenderà che i venditori di fumo hanno fatto il loro tempo, forse, Benevento potrà farcela: noi ci sentiamo di definirci la medicina giusta per una città malata” Il leit motiv tibaldesco è quello della Benevento pulita, libera da condizionamenti e non compromessa con il monocolore di questi anni, contrapposta proprio a quella delle consorterie e delle lobby e delle spartizioni, del voto clientelare che hanno condannato la città ad un ruolo sempre più marginale e ad un presente di quasi totale irrilevanza. “Non abbiamo paura di niente. Il nostro motto è la forza della verità” dice con il solito aplomb distaccato di chi è convinto di poter dare ancora qualcosa di importante alla sua terra ma di non avere bisogno di avere nulla in cambio. E allora occupazione, quartieri da rilanciare seriamente, famiglia diventano pilastri inevitabili del suo programma di governo, ineluttabilmente anche quelli degli altri suoi competitors. Tibaldi però ha dalla sua una dose plusvalente di intelligenza e di sana furbizia. Lancia l’idea di ridurre la durata della carica del sindaco, da cinque a tre anni. ” Non vedo perchè per il Presidente degli Stati Uniti o per i sindaci delle grandi metropoli del mondo la carica dura meno di un sindaco italiano. Se sarò eletto mi batterò per ridurre la durata del mandato: la politica non deve diventare un lavoro”.