Raffaele Tibaldi rincara la dose e dopo le parole dure pronunciate in occasione dell’incontro tra candidati sindaci e gli accampati dell’ex scuola elementare di Ponticelli torna sull’argomento per ribadire chiaro i concetti già espressi in quella sede. “Chi è causa del suo mal pianga se stesso e non pretenda di scaricare le responsabilità su tutta la città”, dice caustico l’avvocato. Tibaldi accusa di sadomasochismo quelle genti dei movimenti “da sempre vicine a chi amministra la città e da sempre incapaci nel trovare una soluzione definitiva al loro problema”. Parla di messa in scena Tibaldi, una pantomima fatta apposta per “dare risalto alla “grande capacità” dell’amministrazione uscente non nel trovare la soluzione ma di emergere come grandi conoscitori del problema: veri professionisti del nulla”. Le soluzioni ci sono e devono essere trovate subito e non in 10 anni” e fa riferimento al recupero degli edifici pubblici disponibili e abbandonati. “La soluzione non può e non deve essere quella di far passare un vecchio e becero modo di fare assistenzialismo in welfare”. Poi Tibaldi attacca Del Vecchio definendolo “maestro dell’aria fritta” che in 10 anni di amministrazione non è stato capace neanche di stampare una guida turistica, figuriamoci trovare una soluzione al disagio dei senza casa”. Una posizione legittima quanto opinabile quella di Tibaldi che ha quanto meno il merito di avere detto “urbi et orbi” quello che poi ha vergato nero su bianco. Ha parlato ad un uditorio dal quale sa che difficilmente otterrà consensi. E tuttavia, maggior prudenza non guasterebbe, in una campagna elettorale anomala come questa, nella quale il voto di quelle persone che ieri l’altro lo hanno ascoltato e che sono iscritte alle liste della città, poche o molte che siano, potrebbe sempre arrivare.
