VALLE CAUDINA – Le liste sono state presentate e adesso tocca correre. In Valle Caudina se ne sono viste delle belle e i colpi di scena non sono mancati. La più clamorosa è stata la vicenda di Rotondi. La fine anticipata della consiliatura – dovuta alla sfiducia di quattro, ormai, ex consiglieri comunali – sembra che invece di indebolire il sindaco uscente Antonio Russo, l’abbia rafforzato. Già, perché i quattro artefici della sfiducia non hanno proprio presentato la lista, uscendo definitivamente di scena. Una lista che sfidasse Russo doveva essere il culmine naturale, ma tutto si è volatizzato. Si parla di un mancato accordo sul candidato sindaco, ma a quanto sembra, facendo prevalere ambizioni personali, la quadra non si è trovata. Sembra un film già visto. A Cervinara precisamente, quando la lista destinata a sfidare l’attuale sindaco, Filuccio Tangredi, in una sola notte “dai lunghi coltelli”, venne meno. Ma questa è un’altra storia.
A S. Martino, invece, sembra che la politica la faccia da padrona. Come è sempre stato nel piccolo centro caudino famoso per la forte politicizzazione. Oppure potrebbe essere il contrario. Punti di vista. Resta il fatto che questa volta a correre saranno ben quattro liste, guidate per la gran parte da quarantenni, ma tutte rispettabilissime e di un certa caratura intellettuale.
A Roccabascerana le carte si mischiano. Sembra che dalle tre liste presentate due vantano la paternità del centro-sinistra. Il fatto è che ancora una volta il Pd fa parlare di sé. Da un lato l’ala moderata appoggia una compagine, dall’altra, l’ala di sinistra, ne appoggia un’altra. Le solite vecchie diatribe, nulla di nuovo.
Pietrastornina, invece, si è presentata alle elezioni in maniera molto dinamica. Il sindaco uscente, Antonio Turtoro, ha perso quattro componenti della propria giunta nel giro di un mese: alcuni si sono dimessi, mentre altri sono stati revocati. Resta il fatto che, da quando doveva presentare una propria lista, è finito a fare il candidato consigliere comunale ed in ultima posizione. Non che questo infici qualcosa, chiaro.
A Sant’Angelo a Scala tutto sembra cambiare. Lo storico sindaco Domenico Majello non si è ricandidato e, da quando sembrava che la lista doveva essere quasi unica – vuoi per la mancata organizzazione delle opposizioni, vuoi per la forte quotazione affidata al sindaco uscente – ci siamo ritrovati in una corsa a tre in un paese di poco più di 400 anime. E con una lista fortemente politicizzata, tra l’altro.
Ad Ospedaletto ci ritroviamo con l’amministrazione uscente che si ripresenta in toto nella competizione elettorale e con una lista monocolore Pd. Quasi a premiare l’operato dei primi 5 anni.
Molto dura sarà anche ad Airola. Quattro competitors, tre dei quali in contrapposizione all’amministrazione uscente. La cosa che risalta, però, è la compagine nata da una spaccatura interna al Pd, oltre alla squadra politica targata Movimento 5 Stelle. Resta il fatto che il sindaco uscente, Michele Napoletano, gode di una forte popolarità oltre ad aver candidato esponenti di rilievo con lui.
Ed infine, a Bonea, c’è poco da dire. Una “monarchia sostanziale” velata da una “democrazia formale”. Il passaggio di testimone è stato da padre in figlio prima e da figlio in padre poi.
Ad ogni modo il primo step si è concluso, la fase politica e delle diplomazie è terminata, adesso tocca mettere in atto quella pragmatica. Che vinca il migliore.
valpi