Cambiare si può ed anche si deve. Tibaldi, senza insegne di partito, si presenta agli occhi di una città avvilita e forse rassegnata. Non lo è lui che attacca a testa bassa il duopolio Del Vecchio Mastella e parafrasando il Poeta ne descrive un soggetto unico, un Giano bifronte, due facce della stessa medaglia. “Farò il sindaco e lo farò tutelando chi non ce la fa”, dice riprendendo il vecchio abito socialista. Attacca le dinamiche delle candidature consiliari, fonte di mercificazione della politica e offre nuova linfa alla futura classe dirigente. Che stenta a farsi riconoscere ma Tibaldi è l’uomo della palingenesi e nelle sue liste ammette uomini liberi o quantomeno è la sua aspirazione.