Voci di corridoio confermate. La Fabbrica delle idee snobba il Pd. Infatti, in una nota congiunta, la minoranza del Partito democratico sammartinese, non accetta l’invito fatto da parte del segretario Ivan Clemente che aveva l’obiettivo di ricucire lo strappo consumatosi da più di un anno. Infatti, ad oggi, La Fabbrica delle idee è parte integrante del progetto Insieme per San Martino in aperta contrapposizione all’amministrazione uscente guidata da Pasquale Ricci. Questo vuol dire aver imboccato strade diverse, opposte, per le prossime amministrative. Ma ecco a voi il comunicato:
«Alcuni giorni fa abbiamo avuto il piacere di ricevere una lettera da parte del segretario del Partito Democratico (il nostro partito) con l’ invito ad avere un confronto in vista delle amministrative 2016.
A quell’invito oggi diamo una risposta.
Abbiamo deciso di pubblicarla per rispetto dei tanti amici, compagni ed elettori dentro e fuori del Pd.
Sappiamo di non avere la verità in tasca, ma proveremo a spiegare con chiarezza la nostra posizione.
In questi mesi, tante sono state le testimonianze di affetto e di apprezzamento per il nostro impegno politico, e l’invito rivoltoci dal Segretario ci ha reso ancora più orgogliosi e convinti del lavoro svolto.
In un momento di grave difficoltà per la nostra comunità, Noi della “Fabbrica delle Idee _ PD” siamo stati impegnati ad organizzare una proposta politica che puntasse diritto al cuore dei problemi e che fosse indirizzata soprattutto ai giovani e alle famiglie più bisognose.
Stare tra la gente per raccoglierne gli umori, i sentimenti, i malesseri, le speranze si è rivelata una straordinaria esperienza di vita che nei mesi ha rafforzato, ancora di più, la nostra convinzione a perseguire la strada intrapresa.
Alla futile politica “spesa” sui giornali e sostenuta da qualche testata giornalistica compiacente abbiamo preferito abbracciare quella concreta, sobria, umile, fatta di confronto con i nostri concittadini allo scopo di riuscire meglio a capire ed interpretare i problemi della nostra comunità.
Con questo spirito abbiamo provato, cercato e, di volta in volta, trovato la collaborazione di altri soggetti decisi a sostenere i nostri stessi obiettivi e condividere lo stesso destino.
Questo lavoro mai messo in discussione, tuttavia non ci ha precluso la possibilità di poter avviare un confronto serio e leale con l’attuale dirigenza del PD, nonostante anni di forte scontro politico.
La sola idea di poter essere utili alla costruzione di una nuova fase all’interno del nostro Partito, ci ha spinti con rinnovato entusiasmo, ad accettare senza riserve e con sentimento positivo la sfida, mettendo da parte qualsiasi ostilità o pregiudizio.
Un confronto che avremmo immaginato dovesse partire dal riconoscimento reciproco di essere parte di un progetto comune che superasse la “maledetta” logica dei numeri e che fosse mirato ad estendere gli spazi di discussione politica rompendo l’isolamento politico di questi anni.
Tutto ciò avrebbe richiesto la necessità di mettere in discussione la linea politica e la direzione del partito; le modalità di indicazione del candidato sindaco; e l’opportunità di aprirsi ad un progetto politico con le forze del centro e della sinistra così come dovrebbe competere al più grande partito del centro-sinistra in Italia.
Invece no, i nostri buoni propositi si sono infranti dinanzi alle incertezze e ai tatticismi che da sempre caratterizza questo gruppo dirigente.
A questo punto confermiamo in modo deciso la nostra volontà, se ve ne fosse ancora bisogno, di non sottostare a delle imposizioni di carattere meramente strumentale, quale l’indicazione della sede. La stessa che ci è stata negata in occasione del tesseramento (benché iscritti e dirigenti del Partito Democratico), anche contravvenendo ai ripetuti inviti ricevuti dagli organismi provinciali, regionali e nazionali del Partito ad “ottemperare a quel criterio di pluralismo interno senza il quale la vita di un partito non può davvero definirsi democratica”.
A questo punto resta l’amarezza e soprattutto il dubbio che il loro vero intendimento fosse quello di aggiungere qualche “pezzo” ad un mosaico in disfacimento, senza voler mettere minimamente in discussione niente del loro operato e delle scelte compiute in questo ultimo decennio.
Speriamo di sbagliarci! Ma se queste ragioni dovessero confermarsi restiamo convinti più di prima della necessità di proseguire sul cammino già intrapreso, invitando i tanti democratici delusi a aiutare e sostenere la nostra sfida».