Clemente Mastella temporeggia. Non è una notizia inaspettata. Si sapeva che l’ex ministro avrebbe preso tutte le cautele del caso prima di esprimere un parere definitivo sul proprio coinvolgimento nelle prossime elezioni di giugno. E neppure è arte divinatoria l’avere anticipato che il prossimo direttivo del Pd di dopodomani chiarirà e molto alcuni interrogativi che si agitano dalle parti di Ceppaloni. A Mastella fanno gola i voti di Fausto Pepe e su questo non ci piove. Per mettere le mani su quel bottino sarebbe anche pronto a sfidare le ovvie ritrosie dei suoi fedelissimi. Ed allora ecco che molto si aspetta dall’esito dell’incontro di lunedi pomeriggio nel quale le due parti del Pd verranno al cozzo per affermare entrambe le proprie ragioni. Fausto vuole la lista, dalla parte opposta, finora, si è propensi ad imbastire un negoziato ma dagli esiti tutt’altro che scontati. Insomma Clemente sta alla finestra per comprendere meglio gli sviluppi. Fino ad ora ha incassato un moderato sostegno da Forza Italia ma è ancora poca cosa rispetto all’obiettivo da raggiungere e neppure il suo zoccolo duro gli darebbe la reale sicurezza di costringere il Pd al secondo turno. Ha bisogno di un contributo ulteriore di consensi per fare il massimo sforzo e in questa fase anche l’appoggio dei cespugli risulterebbe basilare per i suoi scopi. E poi c’è l’enigma pepista. Fausto ha sempre troncato sul nascere ogni discorso circa il ritorno alla casa del padre dicendo che la permanenza nel Pd è condizione non negoziabile, ma la politica è l’arte del possibile e del compromesso e l’attuale contingenza sta fuori da ogni schema e la resa dei conti aleggia sul capo dei protagonisti.