Emergono nuovi particolari dall’incontro del pomeriggio tra Umberto Del Basso De Caro e Gino Abbate. Il motivo della chiacchierata presso lo studio dell’avvocato era legato alla delicata posizione di Abbate che rischia di non arrivare a quota 126 che è il tetto minimo che garantisce la presentazione della candidatura alle primarie, candidatura da presentare entro il 7 febbraio. Si era parlato di una cauta apertura di De Caro, cosa che in realtà non ci sarebbe stata pur nella dialettica cordiale intercorsa tra i due. In definitiva un incontro interlocutorio cui probabilmente ne seguirà un altro nella giornata di domani che vedrà l’arrivo a Benevento di Assunta Tartaglione, il segretario regionale del Pd. Dall’entourage di Abbate si fa professione di ottimismo e si da appuntamento a metà della prossima settimana per un quadro più completo della situazione. Detto questo e ribadito che all’incontro di oggi non era presente Nino Del Vecchio, resta il dato politico di un partito alle prese con forti tensioni interne. Non a caso De Caro fa professione di unità perchè è ben consapevole che la sfida di giugno ha il sapore di una battaglia campale nella quale lui e il partito possono giocarsi tutto e i voti di Fausto possono essere determinanti. E allora il lavoro da fare è quello di smussare gli angoli più acuti, aprirsi al dialogo e tentare la quadra anche prospettando la soluzione unitaria. Certo bisogna fare i conti con i Del Vecchio che dal canto loro non intendono recedere dalla posizione raggiunta e d’altronde pensare di andare al voto senza i voti di Nino è pura follia. Insomma, una situazione delicata per il “lider maximo” che dovrà spendere tutta la sua diplomazia per trovare l’alchimia giusta e portare a casa il risultato.
