La concitata attività politica non conosce sosta ed anche o soprattutto nei weekend produce effetti, magari dinanzi ad una tavola imbandita. Lo è stato per l’ormai famoso incontro tra Pepe e De Caro e lo sarà anche nel prossimo futuro. Intanto si continua a parlare di candidature e di primarie. Quella di Gino Abbate, ufficialmente, è stata considerata con sufficiente positività dal Pd. Il segretario Valentino ha espresso la sua personale propensione per questo strumento di scelta della classe dirigente auspicando che ve ne possano essere anche altri di candidati anche se la maggioranza dem il suo l’ha scelto da tempo ed è Raffaele Del Vecchio. Che oggi ha riunito i suoi e cioè la maggioranza consiliare, con qualche defezione non trascurabile come quella della Palmieri, per fare il punto della situazione. Situazione che invece par presentare novità per la corsa di Gino Abbate. Col sindaco sembrano superate le ruggini di un tempo e anzi si discute e si ragiona se sia o meno possibile unire gli sforzi. Al momento nulla di concreto anche perchè Fausto avrebbe prima il compito non facile di convincere i suoi tra i quali qualcuno come Cosimo Lepore aspirava ad una maggiore visibilità. Anche con Nardone il dialogo è a buon punto anche se dal Musa attendono un quadro più chiaro della situazione. Della partita potrebbero essere coinvolti e molto direttamente i liberaldem di Alfredo Nazzaro mentre tra i nomi nuovi ci potrebbero essere quelli di Angelo Miceli e di Annachiara Palmieri, non più sicura di un posto in lista tra i papabili e che potrebbe aggregarsi alla pattuglia ginoabbatiana. Ma il fulcro intorno al quale gira tutto è come sempre il sindaco uscente. Che sta adottando una strategia che potremo definire della confusione, una confusione ragionata, ponderata e atta ad impedire facili letture. Il disegno è chiaro: creare il maggior numero possibile di difficoltà al gruppo dirigente del partito e d’altro canto costruire una alternativa credibile e forte tale da far vacillare le certezze umbertine. A partire dalle primarie? Anche, ma il progetto non si ferma li e punta al ribaltamento dei rapporti di forza all’interno del Pd e se Parigi val bene una messa a Benevento è una elezione che val bene la leadership del partito.