Il Sannio è tra le nove province d’Italia che nel corso del 2024 non farà registrare crescita del valore aggiunto. A dirlo è l’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre su dati Prometeia. Il valore aggiunto equivale al Pil, al netto delle imposte indirette, e rappresenta ugualmente la ricchezza annua “aggiunta” all’economia o, meglio, la crescita economica di quel territorio.
Il Sannio è 99esimo su 107 province analizzate e quest’anno, secondo le stime, la flessione sarà dello -0,01%, differenza dell’Irpinia (81esima) dove la crescita si attesta allo 0,18%.
Mettendo a confronto i dati del 2024 con quelli del 2019, anno pre covid, però la provincia di Benevento fa meglio di quella di Avellino con una variazione percentuale positiva del 5,26% rispetto al 2,40 dell’Irpinia.
Tra i territori della Campania il miglior risultato l’ottiene la provincia di Salerno, seguita da Napoli e poi Caserta. Focalizzando l’attenzione solo sulla variazione pre e post covid è la Terra di Lavoro a guidare la classifica regionale.
Secondo lo studio della CGIA anche nel 2024 Lombardia, Emilia Romagna e Veneto saranno quelle regioni che traineranno il Pil reale nazionale che, dovrebbe attestarsi attorno al 0,7 per cento.
A contribuire a questo risultato il buon andamento dei servizi (in particolare il turismo) e le esportazioni. L’industria in senso stretto, invece, è destinata a subire un deciso ridimensionamento: in particolare nel settore della moda (tessile, abbigliamento, calzature e accessori), dell’automotive e del metallurgico (produzioni siderurgiche, di semilavorati e di preziosi).
Anche gli investimenti non dovrebbero subire particolari incrementi, mentre i consumi delle famiglie sono destinati a salire nella seconda parte dell’anno, dopo la flessione registrata tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.