Anche per le imprese campane è finalmente partita l’incentivazione che tutti conosciamo con il nome di ZES unica. Lo sportello digitale dell’Agenzia delle Entrate dove presentare le domande per accedere al contributo è finalmente entrato in funzione lo scorso 12 giugno.
Le imprese quindi che rientrano nei parametri, quasi tutte quelle del sud Italia con pochissime eccezioni, dal giorno 12 quindi dovranno presentare questa comunicazione per poter accedere all’incentivo tramite il nuovo Modello messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, detto “CIM ZES Unica”.
Potranno accedervi anche le imprese agricole ma essendo previsto un regime leggermente differente non verranno trattate all’interno di questo mio articolo, dedicandovi casomai un ulteriore approfondimento nei prossimi giorni.
Le comunicazioni servono per poter impegnare il credito e dovranno essere presentate entro e non oltre il prossimo 12 luglio 2024. All’interno della stessa si dovrà indicare sia le spesa sostenuta durante i primi mesi del 2024 che quella eventualmente ancora da effettuarsi, che dovrà essere sostenute però, salvo improbabili proroghe, entro e non oltre il prossimo 15 novembre.
Il decreto attuativo mette così a disposizione ben 1,8 miliardi di euro per questa misura, ovvero la nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno d’Italia, denominata “ZES unica”.
Mesi fa vi era stato il decreto istitutivo, ovvero il DL n. 124/2023, che prevedeva l’inclusione nella ZES dei territori delle regioni Abruzzo (non tutta la regione), Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, sostituendo le precedenti otto Zone economiche speciali.
L’insieme di tutte queste agevolazioni andrà a comporre quella che potremmo definire una sorta di “Architettura Agevolativa”, che potremmo così riassumere:
Portale web della ZES unica, che si occuperà di fornire tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nella ZES unica e garantirà l’accessibilità allo sportello unico digitale ZES.
Sportello unico digitale ZES – S.U.D. ZES che avrà competenza in relazione ai procedimenti amministrativi inerenti alle attività economiche e produttive di beni e servizi, ai procedimenti amministrativi riguardanti l’intervento edilizio ed ai procedimenti amministrativi riguardanti la realizzazione, l’ampliamento la ristrutturazione di strutture dedicate ad eventi sportivi o eventi culturali di pubblico spettacolo.
Procedimento unico, ovvero i progetti inerenti alle attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, non soggetti a segnalazione certificata di inizio attività, sono soggetti ad autorizzazione unica.
L’autorizzazione unica sostituirà tutti i titoli abilitativi e autorizzatori, inoltre, i progetti inerenti alle attività economiche ovvero all’insediamento di attività industriali, produttive e logistiche all’interno della ZES unica, da parte di soggetti pubblici o privati, saranno considerati di pubblica utilità, quindi indifferibili ed urgenti!
Si precisa anche che l’autorizzazione unica non è un prerequisito per accedere al credito d’imposta previsto per gli investimenti effettuati nella “Zes unica” è solo una ulteriore agevolazione ma non è condizione necessaria ai fini del riconoscimento del credito di imposta per il quale occorre utilizzare il modello messo a punto dall’agenzia delle entrate descritto sopra.
LE ALIQUOTE PER LE AZIENDE CAMPANE
Per tutto l’anno 2024 e fino al 31 dicembre 2026, alle imprese che all’interno della ZES unica, effettuano l’acquisizione dei beni strumentali facenti parte di un progetto di investimento iniziale, sarà concesso un contributo, sotto forma di credito d’imposta, nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 che nel caso delle provincie dell’Irpinia e del Sannio sarà pari a seconda della dimensione dell’impresa alle seguenti %:
60% per piccole imprese
50% per le medie imprese
40% per le grandi imprese
Attenzione alla peculiarità che una volta che l’Agenzia delle entrate avrà sulla scrivania tutte le pratiche relative alla prenotazione dell’investimento, entro 10 giorni dalla chiusura dello sportello, (quindi si arriva al 22 luglio) emetterà un provvedimento che stabilirà la percentuale di agevolazione effettivamente spettante alle imprese.
Questo è stato previsto in quanto potrebbe accadere che le richieste superino il limite di 1,8 miliardi ed in tal caso il credito d’imposta sarà proporzionalmente ridotto, vedendo così scendere la % di contributo tra gli aventi diritto.
IL PROGETTO DI INVESTIMENTO
Prima di tutto occorre realizzare un progetto di investimento finalizzato alla “creazione di nuovo stabilimento”, “ampliamento della capacità produttiva”, “Diversificazione della produzione” o “cambiamento del processo produttivo”
QUALI SONO LE SPESE AGEVOLABILI?
Gli investimenti potranno essere esclusivamente della seguente natura, ovvero:
Investimenti in beni strumentali:
Le aziende possono ottenere crediti d’imposta per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, nonché per l’acquisto di terreni e immobili per uso produttivo. Questi investimenti devono essere destinati a strutture esistenti o nuove nelle regioni della ZES Unica;
Progetti di sviluppo industriale, produttivo e logistico:
Questa categoria include l’avvio di nuove attività industriali e logistiche, oltre alla localizzazione, espansione, ristrutturazione o riavvio di impianti esistenti. I progetti possono godere di una procedura autorizzativa semplificata, per snellire i processi burocratici;
Interventi di trasformazione del territorio e edilizia produttiva:
Si tratta di interventi edilizi e di trasformazione territoriale per iniziativa privata, necessari per lo svolgimento di attività produttive. Viene anche considerata la necessità di ridurre l’impatto delle imprese sull’ambiente;
Progetti interdisciplinari e di innovazione:
La ZES Unica supporta progetti che abbracciano l’innovazione tecnologica, la ricerca e lo sviluppo e iniziative che promuovono la sostenibilità ambientale, in linea con i principi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
Interventi tramite SUAP:
Questi includono l’avvio di attività produttive e di servizi, azioni di localizzazione, realizzazione, trasformazione, ristrutturazione, riconversione, ampliamento, trasferimento, cessazione o riattivazione di attività.
Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta ZES Unica fa fede la corretta destinazione in bilancio dei beni agevolabili in esso iscritti.
In particolare, per quanto riguarda i beni mobili strumentali, sono agevolabili gli investimenti relativi all’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature varie, classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2 e B.II.3 dello schema di bilancio previsto dall’articolo 2424 del Codice civile.
QUALI SARANNO I LIMITI E GLI IMPEGNI?
Abbiamo vari limiti, ovvero:
200.000 euro, quale importo minimo del progetto di investimento su base annua
100 milioni di euro quale limite massimo per ciascun progetto di investimento.
Il valore dei terreni e degli immobili non potrà superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato
Vige obbligo di mantenere l’attività nella Zes per almeno sette anni dal completamento dell’investimento.
Non possiamo non notare con rammarico che scompare un incentivo importante rispetto alla precedente normativa, ovvero la riduzione al 50% dell’imposta sul reddito (IRES) per le nuove attività che appunto si insediavano nelle precedenti Zone Economiche Speciali.
PASSI SUCCESSIVI DOPO LA PRIMA COMUNICAZIONE?
Durante il periodo di presentazione, le imprese possono inviare nuove comunicazioni che sostituiscono quelle precedenti o presentare una rinuncia integrale al credito d’imposta o presentare comunicazioni integrative dal 31 luglio 2024 al 17 gennaio 2025 per includere eventualmente ulteriori investimenti realizzati entro il 15 novembre 2024.
Il credito d’imposta riconosciuto è utilizzabile solo dopo la realizzazione degli investimenti e la ricezione delle relative fatture elettroniche e certificazioni. ll credito di imposta è cumulabile con altri incentivi e misure in de minimis, con la 4.0 ma non con il piano “transizione 5.0”.
Per quanto riguarda poi l’acquisto di immobili strumentali agli investimenti è stato finalmente chiarito che non è richiesto il requisito della novità, così come era per le precedenti Zes, quindi si può usufruire dell’incentivo anche acquistando immobili già esistenti e precedentemente utilizzati da altre aziende per scopi produttivi o commerciali.
Vi rientrano inoltre anche interventi edilizi di ampliamento ma, così come precisato dall’Agenzia delle Entrate in risposta ad un Interpello del 2023: “rientrano tra gli interventi di nuova costruzione gli ampliamenti di immobili esistenti all’esterno della sagoma preesistente”
Quindi se volessimo fare un esempio vi rientrerebbero opere come l’installazione di pensiline, tettoie o simili strutture accessorie, l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere destinate ad ambienti di lavoro, come depositi, magazzini e loro pertinenze e accessori ed interventi che comportano una modifica dell’involucro esterno dell’edificio preesistente, determinando un aumento della sagoma.
Inoltre, è utile ricordare che a differenza di incentivazioni quali ad esempio “transizione 5.0”, il credito di imposta ZES Unica è soggetto a tassazione
IN CONCLUSIONE
Non è facile prevedere oggi il successo o l’insuccesso di questa misura, certo è che i tempi serrati e le modalità previste dal decreto attuativo l’hanno resa una misura altamente selettiva e per pochi a differenza di altri incentivi, quale ad esempio il “bonus sud”, che negli scorsi anni hanno contribuito non poco a spingere gli investimenti e la crescita anche delle piccole e medie imprese del sud Italia.
Questa Zes unica estesa quindi a tutto il sud Italia annulla di fatto i vantaggi territoriali che dal 2017 erano riservati solo alle precedenti zone Zes.
Questo se da un lato darebbe una spinta enorme alla crescita del territorio, dall’altro potrebbe indebolire quelle aree preesistenti altamente strategiche che hanno rappresentato e che rappresentano, un imprescindibile strumento di sviluppo e di politica industriale.
Ricordiamo che per Zona Economica Speciale (ZES) si intendeva, una zona geograficamente limitata e chiaramente identificata, infrastrutture e servizi dedicati, nella quale le aziende già operative potevano beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo.
Queste aree avevano l’obiettivo di diventare laboratori per l’attrazione degli investimenti e conseguentemente divenire incubatori di innovazione, capaci di promuovere lo sviluppo produttivo ed occupazionale di aree svantaggiate rispetto al resto d’Europa.
Non a caso sono aree che interconnettono i mari con i porti ed i porti con la retro-portualità e la logistica, quando parliamo delle attuali zone economiche speciali campane stiamo parlando di 3 porti, 2 interporti, 2 aeroporti, 15 aree di sviluppo industriale gestite dai consorzi Asi, 7 aree industriali e logistiche; quindi, non è di un territorio qualunque di cui stiamo parlando, bensì di un territorio prezioso che assolutamente non può essere trascurato.
In sintesi, estendere questi vantaggi a tutto il territorio in maniera così indiscriminata, non potrebbe comportare il rischio di un annacquamento generalizzato della crescita piuttosto che concentrarla in aree maggiormente strategiche per la nostra economia?
Non posso nascondere il sospetto che a muovere le cose anche stavolta sia stata la ricerca spasmodica del consenso, che al contempo però è sfociata nell’ennesima scorciatoia degli incentivi generalizzati riservati al Mezzogiorno che hanno prodotto veramente poco negli ultimi anni.
A cura del dott. Ciro Troncone