A parità di prodotti nel 2023 il carrello della spesa di un cittadino di Benevento è costato di più rispetto ad un cittadino di Avellino. A dirlo sono Codadons e Unione Nazionale dei Consumatori che hanno calcolato, attraverso i dati forniti oggi dall’Istat, l’impatto dell’inflazione in termini di aggravi per le spese delle famiglie italiane.
A livello nazionale l’anno si è chiuso con una discesa progressiva dei prezzi con l’inflazione che si è fermata al 5,7%, un balzo indietro rispetto all’8% del 2022. I rincari però non si sono fatti sentire nello stesso modo lungo lo Stivale e proprio Benevento è un esempio: nel capoluogo sannita, infatti, i prezzi sono cresciuti del 6,6%, terza in Italia preceduta solo dalla coppia Genova – Brindisi e da Grosseto. L’impatto sulla spesa di una famiglia tipo composta da 4 persone è pari 1284 euro.
Hanno risparmiato qualcosa in più ad Avellino: il capoluogo irpino è tra le città dove l’inflazione è leggermente sotto la media nazionale che si traduce in un incremento della spesa annua di poco superiore ai 1000 euro.
Ad ogni modo l’economia delle famiglie italiane si conferma fragile e come ribadisce la stessa Istat illustrando i dati, si assiste ad una frenata dei tassi di interesse e a un sostanziale rientro dei prezzi dell’energia, mentre sul cosiddetto carrello della spesa e su comparti come l’alimentare restano le tensioni. “Il carrello tricolore è andato fuori pista, ottenendo un risultato contrario a quello voluto” dicono le associazioni dei consumatori. Nel solo mese di dicembre i prezzi dei prodotti interessati dal trimestre anti inflazione invece di scendere sono addirittura saliti rispetto a novembre dopo che erano già rincarati dello 0,4 ad ottobre.