Recentemente il Decreto Crescita, entrato in vigore il 1° maggio 2019, ha esteso la c.d. rottamazione anche alle multe e alle tasse locali. In altre parole, i Comuni, le Regioni e gli altri Enti Locali possono decidere di agevolare i propri cittadini contribuenti, con debiti, anche tributari, nei loro confronti. Possono essere rottamate le cartelle notificate dal 2000 al 2017. Purtroppo i termini previsti dal decreto sono molto ristretti e concedono agli enti locali 60 giorni di tempo dalla sua entrata in vigore, per aderire alla rottamazione ed altri 30 giorni per pubblicizzarla.
Con il provvedimento di adesione gli enti locali devono stabilire il numero delle rate e la relativa scadenza che non può superare il 30 settembre 2021, le modalità con le quali il contribuente può manifestare la volontà di aderire alla rottamazione, il termine per la presentazione dell’istanza e il termine entro il quale l’ente territoriale comunica al contribuente l’accettazione dell’istanza.
Possono essere rottamate le cartelle relative all’IMU, alla TASI, alla TARI, alle multe, al bollo auto e in generale tutti i tributi di competenza degli enti territoriali. Negli ultimi anni sono state frequenti le rimostranze dei cittadini, oberati dalle migliaia di multe ricevute. Come dimenticare ad esempio le controversie per gli accertamenti effettuati dalla Assoservizi; le multe per le ZTL e le strisce blu, le sanzioni irrogate da molti Comuni della provincia di Avellino per IMU, TASI e TARI. La rottamazione può rappresentare una soluzione ragionevole ed equa per porre rimedio agli errori del passato, utile anche alle disastrate casse degli enti locali. Si ribadisce che i termini sono ristretti ed in molti Comuni le imminenti elezioni possono rappresentare un ostacolo.
Pertanto ADOC e Federconsumatori invitano le istituzioni preposte ad assumere entro termini ragionevolmente brevi, con le forme previste dalla legislazione vigente, gli atti normativi di adesione alla rottamazione. Le medesime associazioni si renderanno parte attiva presso il Presidente della Provincia di Avellino, la Presidente del Consiglio Regionale della Campania e i consiglieri regionali irpini, affinché possano sensibilizzare in tal senso le istituzioni che rappresentano e i rappresentanti delle altre istituzioni locali.