Certo, le prescrizioni vanno da una precisa misurazione dei quantitativi di metallo trattati al modello del loro stoccaggio, dall’idoneità del sito alla qualità del forno. Dunque, si tratta di osservazioni difficilmente superabili che, quindi, fanno ben sperare le associazioni ambientaliste presenti al tavolo.
In ogni caso, la procedura è questa e la società potrebbe ancora riuscire a correggere il tiro. Nel frattempo, però, ciò che manca nell’area Asi di Pianodardine è un regolamento vincolante con limitazioni precise relativamente agli insediamenti industriali e produttivi. Su questo terreno bisogna recuperare il tempo perso. Anche perché, sebbene ci si potrebbe trovare di fronte ad un diniego della conferenza dei servizi gli imprenditori potranno sempre ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato opponendo proprio la carenza di vincoli urbanistici e di natura ambientale.