Economia digitale e tecnologie informatiche. L’una cosa presuppone l’altra, in un contesto assai più ampio dell’ Internet economy o della Web economy e che comprende tutte le diverse tecnologie sia hardware che software: dai sistemi cloud al mobile, dall’Internet of Things ai Big Data, fino ai social network. A parlare di digital economy fu nel 1995 Don Tapscott, economista canadese, che per primo analizzò gli effetti di internet sulla vita delle aziende e sulla società in genere. Oggi in Europa il passaggio al Digital Single Market consentirebbe di accrescere il Pil dell’Unione europea di 415 miliardi l’anno. In Italia nel 2018 il 36% delle aziende aumenterà gli investimenti nel digitale a testimonianza del fatto che le tecnologie digitali, web in testa, stanno rivoluzionando profondamente il modo di fare impresa nel nostro Paese. Per capirci di più in questa ancora criptica materia ci viene in soccorso la Universitas Mercatorum, Ateneo Telematico del Sistema delle Camere di Commercio con sede in Roma, la prima Startup University tutta italiana caratterizzata da diversi percorsi accademici, tutti all’insegna dell’innovazione. Nicola Formichella, sannita di Solopaca, ne è Chief Strategy Officer e ci spiega i crismi di questa proposta.