“Un piano straordinario sull’occupazione per il Sud, accompagnato da misure di sostegno al reddito e da una semplificazione degli incentivi per le aziende che assumono. Mobilità, salute e istruzione sono le precondizioni per riscriverne lo sviluppo. E su questi fattori che vanno calibrate li linee d’intervento”. Così il segretario generale della Cst Uil Avellino-Benevento, Luigi Simeone, nel suo intervento al congresso iniziato oggi al Viva Hotel e che si concluderà domani con l’elezione di tutti gli organismi.
Presenti il segretario nazionale organizzativo Pierpaolo Bombardieri e quello regionale Giovanni Sgambati, oltre ai massimi referenti provinciali di Cgil, Franco Fiordellisi, e Cisl, Mario Melchionna. “Serve una strategia di sviluppo che incentivi e accompagni nuovi insediamenti produttivi – continua Simeone – cercando di cogliere quelle occasioni che si potranno delineare, per il territorio irpino e sannita, attorno alla Stazione Hirpinia e soprattutto alle Zone economiche speciali”.
Poi un passo indietro al voto del 4 marzo. “Il Paese – spiega – è uscito chiaramente diviso dalle ultime elezioni che hanno registrato un voto caratterizzato territorialmente e posto con grande forza la questione irrisolta del Meridione, rappresentato per di più strumentalmente come incapace e alla ricerca solo di assistenzialismo. Non è così. La politica ha negato disparità e sperequazioni, allargando con azioni e omissioni sempre più la forbice tra Nord e Sud. Nei documenti di Finanza Pubblica c’era la previsione, rimasta inapplicata anche per responsabilità dei parlamentari eletti nei collegi del Sud, di effettuare una spesa minima in Meridione in base alla popolazione. Secondo il rapporto Svimez se la clausola fosse stata applicata si sarebbero potuti salvare 300mila posti di lavoro. Intanto, tra il 2014 e il 2016 la popolazione irpina e quella sannita sono diminuite, innalzando l’indice di vecchia”.
“Del resto – riprende Simeone – l’azione dei governi è sempre apparsa troppo distante dal territorio, palesando inefficacia e inadeguatezza, di fronte a una crisi economica, produttiva e occupazionale stagnante a dispetto degli indicatori economici sbandierati nei singoli settori monitorati dalle nostre categorie. Evidente l’involuzione delle realtà industriali, la contrazione dell’offerta dei servizi, il declino di aziende pubbliche, il fallimento di enti e consorzi che rischiano di trascinare nel baratro anche quel pezzo d’imprenditoria che ancora resiste. Ciò a causa della drammatica incapacità di intercettare i fondi europei, dello spreco delle grandi opportunità (vedi Progetto Pilota) e della vanificazione di quelle poche occasioni costruite attraverso un’azione sinergica tra amministrazioni e parti sociali (come il Tavolo dello Sviluppo) forse troppo frettolosamente abbandonate. Da qui il saldo negativo dell’occupazione, con una disoccupazione giovanile che registra percentuali indecenti”.
Simeone ha anche rilanciato l’unità sindacale. “Grazie anche a Mario Melchionna e Franco Fiordellisi per quanto, nelle nostre diversità e nel rispetto delle nostre storie, abbiamo provato a fare insieme. È tempo di rilanciare un’azione comune nei confronti di una politica troppo spesso autoreferenziale”.