I commercialisti di tutta Italia scendono in piazza per protestare. E’ la prima volta che lo fanno e si sono dati appuntamento in Piazza Sant’Apostoli a Roma, domani 14 dicembre. Il malcontento è da attribuire all’eccesso di burocrazia italiana che complica il lavoro della categoria appesantita da tanti provvedimenti considerati inutili.
La proposta a cui stanno lavorando, in concertazione con i sindacati, è la riduzione del tax gap dell’Iva, ossia della differenza fra l’imposta dovuta e quella riscossa, che in Italia, nel 2014, ha raggiunto i 40 miliardi di euro, il valore più alto di tutti i Paesi dell’Unione europea.
Questo sistema dovrebbe inoltre indurre i contribuenti a una maggiore fedeltà fiscale, riducendo il fenomeno degli omessi versamenti e le frodi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’aumento degli adempimenti previsto dal decreto legge fiscale, convertito nelle scorse settimane. Il Dl 193 ha, infatti, cancellato la comunicazione dell’elenco clienti e fornitori (il cosiddetto spesometro annuale) ma ha introdotto l’obbligo di comunicare, con cadenza trimestrale, le fatture emesse e ricevute e i dati delle liquidazioni periodiche Iva.