I viniviticoltori campani chiedono di “sciogliere definitivamente i lacci che bloccano un comparto chiave per la crescita economica regionale, dove il vino rappresenta un elemento di forza nell’apertura di nuovi mercati nel mondo anche per altri prodotti agroalimentari”.
Dopo l’ultimo via libera del Senato all’unanimità – informa Coldiretti Campania – il disegno di legge per il Testo Unico sul vino torna di nuovo alla Camera per l’approvazione definitiva, a distanza di oltre due anni dall’avio dei lavori parlamentari. Dal vigneto alla bottiglia l’attuale normativa rende necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore.
“La nostra regione – afferma Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – registra una crescita continua di interesse per il vino in tutto il mondo. La Campania ha un patrimonio fatto da quindici vini DOC: Ischia, Capri, Vesuvio/Lacryma Christi, Cilento, Falerno del Massico, Castel San Lorenzo, Asprinio di Aversa, Penisola Sorrentina, Campi Flegrei, Costa d’Amalfi, Galluccio, Sannio, Irpinia, Casavecchia di Pontelatone, Falanghina del Sannio; quattro DOCG: Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Aglianico del Taburno; dieci IGT: Colli di Salerno, Dugenta, Epomeo, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Beneventano, Terre del Volturno, Campania, Catalanesca del Monte Somma. Ognuno ha una grande storia da raccontare, un tesoro inimitabile e unico da difendere e valorizzare. Un patrimonio che funge sempre più da apripista sul mercato italiano e all’estero”. La burocrazia – sottolinea la Coldiretti – è considerata dai vitivinicoltori il principale ostacolo al loro lavoro che ha consentito di realizzare un fatturato record di quasi 10 miliardi nel 2015 soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi e risulta in ulteriore aumento del 3% nei primi otto mesi del 2016. Il Testo Unico è il risultato di una lunga mobilitazione di Coldiretti e porterà alla semplificazione delle comunicazioni e adempimenti a carico dei produttori, revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento dei costi, alla revisione del sistema sanzionatorio, l’introduzione di sistemi di tracciabilità anche peri i vini a IGT e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero.