I riti della Passione che a Reino si rappresentano nella Settimana Santa, derivano da antichissime “Sacre Rappresentazioni” che hanno origine nel Medio Evo, cui dette nuova vita l’Abate Giuseppe Iadanza, persona di grande cultura e profonda religiosità, fra fine ‘800 ed inizio’900.
I “Drammi Sacri”, infatti, cominciarono ad essere rappresentati, prima in Francia e poi in Italia, intorno al Mille a cura dei Monaci che volevano favorire la diffusione della conoscenza dei testi evangelici facendo “vedere” ai fedeli ciò che non riuscivano più a capire e seguire essendo le funzioni religiose in latino, lingua ormai lontana dai dialetti parlati che diventavano lingue nuove…
Le Rappresentazioni sacre inizialmente riguardarono proprio la Passione di Cristo.
Presto, però si estesero anche ad altri momenti della vita di Gesù, a cominciare dalla sua nascita. La prima rappresentazione della nascita si ebbe quando, nel 1223, San Francesco organizzò a Greccio il primo “Presepe vivente”.
Questa specifica Sacra Rappresentazione viene tuttora replicata, in occasione del Natale, in molti paesi e città italiane, mentre più rare -ma ancora presenti- sono le rappresentazioni che riguardano altri episodi della vita di Cristo o quelle che raccontano la vita di Santi.
A Reino sono stati a lungo rappresentati ogni 12 giugno, e di tanto in tanto lo sono ancora, anche alcuni episodi della vita del santo patrono, Sant’Antonio da Padova, cui l’abate Iadanza dedicò alcuni “Drammi Sacri”.
Non si è mai interrotta, invece, la Sacra Rappresentazione dei riti del giovedì santo con la lavanda dei piedi degli Apostoli in chiesa (funzione che tuttora si svolge in tutte le chiese) che a Reino continua dopo la messa, all’esterno della chiesa, con una processione che vede i 12 Apostoli (12 uomini di Reino vestiti con tuniche ispirate al I secolo), seguire l’Abate attraverso tutto il paese, fino alla casa di una famiglia devota che, per quell’anno, offre ad essi “l’ultima cena”.
La processione è preceduta da un membro della famiglia che porta un bel quadro d’argento rappresentante, in bassorilievo, appunto il Cenacolo.
Durante tutto il percorso viene intonata una cantilena ritmica che richiama le antiche “Laudi Drammatiche” medievali, che narra, ora per ora, le fasi della Passione ed è intervallata dal ritornello “perdona Signore, perdono pietà” ed è sottolineata dal suono forte di un antico strumento detto “troccola” in cui due martelli di legno battono su una tavola dello stesso materiale producendo un suono molto particolare che conferisce molta drammaticità all’intera esecuzione.
Giunti presso il luogo dove si terrà la cena, l’Abate e gli Apostoli trovano una sala riccamente adornata con tappeti e coperte ricamate e una tavola imbandita dove consumeranno una cena composta da 13 portate.
Questo specifico Dramma sacro è fortemente sentito dai Reinesi che talvolta hanno affiancato agli irrinunciabili e sempre rappresentati riti del giovedì sera, anche quelli di rievocazione della Domenica delle Palme e quelli della via crucis del Venerdì Santo fino alla Crocifissione e la Deposizione, per terminare con la resurrezione della mattina di Pasqua, quando le campane tornano a squillare…
Anticipazione dal testo in preparazione a cura della APS- ETS Universitas Terrae Reginae e Comune di Reino sui Beni Culturali di Reino: storia, paesaggio, tradizioni, “peculiarità” di un piccolo paese ricco di cultura.