Dal 25 al 30 agosto a Calitri, nei comuni limitrofi dell’Alta Irpinia, della Valle del Sele e verso il mare, dalle sorgenti dell’Ofanto fino alla foce del Sele
In un anno come questo, parlare di acqua non è solo parlare di ecologia, di risorse, di sfruttamento e di rapporto con la natura, è soprattutto parlare di rinascita.
Da sempre le ritualità connesse a questo elemento, che è la sostanza stessa della vita, hanno a che fare con la purificazione e la rigenerazione. Lo Sponz Fest 2020 vuole essere un’esperienza anche simbolica: quella di ritrovarsi, con tutto un nuovo bagaglio di senso di responsabilità (verso noi stessi, gli altri, la natura intorno) sulle vie dell’acqua, nei luoghi che ci hanno fatto essere insieme in questi anni. Un modo per tornare a sentire le sirene dello spirito, d’acqua dolce e salata, dopo quelle delle ambulanze. (Vinicio Capossela)
Sarà l’acqua, come elemento di rinascita, rigenerazione, purificazione, il tema di Sponz acQuà!, ottava edizione dello Sponz Fest, il Festival ideato e diretto da Vinicio Capossela, che rinasce anche quest’anno dal 25 al 30 agosto in Alta Irpinia, ma non solo.
Lo Sponz Fest 2020 – Sponz acQuà è un evento programmato e finanziato dalla Regione Campania, promosso da Scabec – Società Campana Beni Culturali ed è prodotto dall’associazione Sponziamoci, La Cupa e International Music and Arts (IMARTS).
Da quella terra di mezzo che è l’Irpinia, stretta fra due fiumi, il Sele e l’Ofanto, il festival scenderà anche più a valle, verso il mare, sconfinando oltre provincia. Oltre a Calitri, cuore storico dello Sponz, le località interessate saranno Caposele e Torella dei Lombardi in provincia di Avellino, quest’ultima sorgente dell’Ofanto e terra d’origine di Sergio Leone; Paestum, Eboli, Serre, Valva e Contursi Terme in provincia di Salerno. Otto luoghi segnati dall’acqua. L’Irpinia è il giacimento delle acque che vanno a dissetare il sud, racconta Capossela. Da lì nasce l’acquedotto del Sele. Ma molte sono le fonti, le acque che disegnano il territorio, le fontane, le pile abbeveratoio di acqua pubblica, luoghi di incontro che restano a segnare le vie abbandonate del territorio come una radiografia di un mondo scomparso. E poi i fiumi. Poniamo l’attenzione sui luoghi toccati dal corso di due fiumi che hanno segnato la storia del territorio. L’Ofanto, l’Aufidus, il fiume che si incorna nei gorghi, impetuoso. Serpente tauriforme, che si insinua a volute, e gonfia e minaccia orrenda alluvione nei campi, come lo canta Orazio in una celebre ode, paragonandolo al dilagare delle truppe di Cesare nella Germania. E il Sele, il fiume che, non senza avere dissetato tutta la Puglia. attraversa le terre del terremoto che quest’anno compie 40 anni, e la cui foce era guardata a vista dai templi della divinità marina.
Nel pieno rispetto delle norme di prevenzione al contagio dettate dalle norme nazionali e regionali e in apposite aree progettate per la capienza utile a garantire il corretto distanziamento sociale, chiamando organizzatori e pubblico al senso di responsabilità nel trovarsi vicini alla giusta distanza, come ogni anno lo Sponz riempirà “il vuoto delle terre dell’osso” con musica, arte, escursioni, laboratori, performance e momenti di scoperta delle tradizioni enogastronomiche del territorio.
In un momento storico in cui si aspira all’immunità, si vuole mandare responsabilmente un segnale di vita per ribadire l’importanza del concetto di Comunità, da sempre al centro dello Sponz Fest, nonostante le difficoltà dettate dal periodo e le condizioni in cui il festival è organizzato siano distanti dall’idea e dall’esperienza di sponzamento che lo hanno segnato fino ad ora.
Sarà dunque un’edizione limitata (ogni evento e incontro potrà ospitare un massimo di 200 persone) che quest’anno però si espande oltre i confini geografici che racchiudono il festival grazie alle possibilità della rete: sarà infatti possibile sponzarsi a distanza grazie allo streaming dell’intera manifestazione sulla piattaforma messa a disposizione da Scabec – Società Campana Beni Culturali. Grazie al contributo di Scabec sarà anche prodotto un docu-film sull’esperienza Sponz acQuà 2020.
Sponz viene dall’espressione paesana “sponzare”, che significa ammollamento e perdita della rigidità, spiega il direttore artistico. Si sponza nell’acqua, come il baccalà. E nell’acqua si spurga, ci si purifica e monda. Si nasce a nuova vita. Pertanto questo è un invito a sponzà quà! Qua, nei luoghi del vuoto delle aree interne. Tra le nuvole in viaggio, dove l’ultra locale diventa universale. E il particolare comprende ognuno. Ammollare per purificare, imbevuti di incontro e conoscenza e poi sponzare nel movimento, nella rotazione collettiva che porta alla estasi, all’uscita dal recinto di se stessi. A sponzare, nel compiuto senso etimologico. L’idea è sempre quella di una esperienza che riguarda ognuno ma genera comunità.
Dunque niente grandi concerti in forma festivalizzata, ma una specie di carovana, di pellegrinaggio, di cammino coi piedi sulle acque. Aprire il mare della indifferenza, della chiusura, aprirsi un varco di esperienza tattile in un mondo sempre più domiciliarizzato nei servizi e mediato dalla tecnologia.
Tra i protagonisti confermati di questa edizione (il programma è ancora in evoluzione) oltre al direttore artistico Vinicio Capossela, ospite itinerante con la sua Rolling Sponzing Review, Vasco Brondi e Massimo Zamboni, Goffredo Fofi, Vincenzo Mollica, Piero Negri, Jimmy Villotti, Guano Padano e tanti altri.
Il tradizionale concerto all’alba del 25 agosto inaugurerà il festival a Torella dei Lombardi e sarà un omaggio alle musiche del cinema di frontiera eseguito dai Guano Padano, band capitanata da Asso Stefana. All’ora di pranzo ci si sposta alle sorgenti dell’Ofanto con le letture Alfonso Nannariello tratte dal libro L’Ofanto dagli ipeti di vortici e creste e il grande innovatore del tamburo Peppe Leone con il suo “scrocio di tamburi”, un’ invocazione dalla foce dell’Aufidus, Barletta, eseguita alla sorgente. Dal tardo pomeriggio è la volta di Enza Perna in Mefite e altre cure con gli adattamenti sonori a cura di Giovannangelo de Gennaro, dell’incontro Acqua, palude e territorio monastico con il già monaco cistercense Padre Giuseppe Gaffurini e di un focus su uno dei grandi maestri della storia del cinema mondiale, Sergio Leone, originario proprio di questo comune, con la conversazione sull’opera di Leone fra Vinicio Capossela, Vincenzo Mollica (in collegamento video) e il giornalista del quotidiano La Stampa Piero Negri, autore di un libro in uscita sul grande regista. A seguire, il dixieland di Dr.Jazz&Dirty Bucks Swing Band in una piccola festa tributo a “C’era una volta in America”.
Il 26 agosto si torna a Calitri. Protagoniste della serata, le Anime galleggianti di Vasco Brondi e Massimo Zamboni, reading concerto ispirato all’omonimo libro che racconta la navigazione compiuta dai due musicisti lungo i canali che dalla pianura padana portano al mare.
Nel pomeriggio invece spazio alle figurazioni del fluire della compagnia teatrale Clan H in in Quaestio de Acqua e all’incontro con Goffredo Fofi sul pensiero e l’opera del sociologo, educatore, poeta e attivista antimafia Danilo Dolci, che all’acqua come strumento e oggetto di strategie di potere dedicò diversi scritti.
Il 27 agosto, sempre a Calitri, è la serata del concerto della Rolling Sponzing Review. Vinicio Capossela si unirà a un gruppo di musicisti che animano il festival da anni (Victor Herrero, Asso Stefana, Giovannangelo de Gennaro, Peppe Leone, Agostino Cortese, i “cupa cupa” di Tricarico, Andrea Lamacchia , un rabdomante e altri ospiti a sorpresa) ironicamente ribattezzata Rolling Sponzing Review per “AcQuà!”, un concerto tematico in cui ogni ospite declinerà il tema del festival nel testo e nel suono. Una piccola festa per Sora acqua celebrata nei sonetti dedicati alle fontane, nelle canzoni fluviali, nei muli che attraversano i fiumi, nelle ninfe e nella mitologia, nella cultura del mediterraneo, nei suoi scambi e nei suoi naufragi. Citando Coleridge, Acqua, acqua in ogni dove, e nemmeno una goccia da bere…
La mattinata invece si apre alla grande fontana rurale “dei provolacchi” con le lezioni della libera università per ripetenti, a cui seguiranno incontri e narrazioni con Donato Lucev tratti dal libro Le fontane di Calitri e le performance fra letture e canti a cappella del quartetto pugliese tutto al femminile Faraualla in Ogni Male Fore. In prima serata, le riflessioni sul Mediterraneo dell’europarlamentare e medico di Lampedusa Pietro Bartolo.
Il 28 agosto si comincia nel pomeriggio a Villa D’Ayala, a Valva, con una visita alla villa e un incontro con uno scrittore di fiume. A seguire, il concerto di Victor Herrero in Como agua en el jarro. In serata ci si sposta poi alle Terme Parco delle Querce, bene sequestrato alla camorra ora in
disponibilità al Comune di Contursi, ed è la volta di “Termae”, serata di musica e trattenimento in forma di festa pagana con protagonista il jazz di Teo Ciavarella e quello di Jimmy Villotti, lo storico chitarrista immortalato da Paolo Conte in Jimmy Ballando, che presenterà il suo storico repertorio narrando per l’occasione aneddoti sulla sua leggendaria opera rock Giulio Cesare.
Il 29 agosto l’appuntamento è nel pomeriggio a Caposele con il giurista e docente di fama internazionale Ugo Mattei, da anni in prima fila nella difesa dell’acqua pubblica.
Si prosegue al tramonto alle sorgenti del Sele con la musica antica in forma di laudi alla Sorella Acqua di Patrizia Bovi e Giovannangelo De Gennaro, per poi spostarsi al parco fluviale per gli interventi musicali di Victor Herrero e De Gennaro e infine “Alle fonti del folk”, una serata dedicata alla musica popolare con musicisti di alta Irpinia, Salento e Cilento. Tonuccio Bi-Folk, cantori di Teora, voci antiche di Caposele, Cantori del Capo. Folklore con furore da Caposele al Capo di Leuca.
Il 30 agosto in mattinata c’è la visita guidata dai volontari del WWF all’ Oasi di Persano nel Comune di Serre, mentre nel mezzogiorno si arriva sul Sele (Comune di Eboli, area di San Miele) per immergersi nella tradizione tardorinascimentale della compagnia Dramatodía fondata da Alberto Allegrezza con lo spettacolo piscatorio Ninfe, sirene, cigni e pescatori per proseguire fino alla foce del Sele (Comune di Capaccio Paestum) per il gran finale al tramonto con le percussioni di Peppe Leone nel Martirologio di San Vito.
Fra gli appuntamenti imperdibili dello Sponz Fest, da qualche anno a questa parte, gli incontri con gli esponenti del mondo della cultura, tra cui l’antropologo Vito Teti, la vulcanologa Rosanna Bonasia e Goffredo Fofi, della sezione Libera Università per Ripetenti, e i laboratori, che prenderanno il via il 26 agosto.
Sono le acque che penetrano il cuore di tenebra di queste terre di mezzo, zone d’ombra, luoghi del perturbante. Luoghi della Cupa – scrive Capossela. Proprio ora che si profetizza la sesta estinzione di massa, mentre l’acqua sale per effetto del discioglimento dei ghiacci, è il momento di gridare la chiamata per allestire l’arca e mettere in salvo il nostro mondo, uomini, bestie, clandestini e poveri cristi. Da otto anni Sponz Fest cerca di essere una piccola zattera di salvataggio nel selvaggio, in una realtà sempre più astringente e claustrofobica, una zattera di fisicità e natura nel mare magnum dell’individualismo collettivo delegato alla rete. L’acqua è l’elemento che riceve la forma dal suo contenitore, come la realtà, che prende la forma che l’uomo gli dà. Sponzare è allargare la forma e perderla.