Andrà in scena il 29 e il 31 gennaio presso il Teatro De Simone, alle ore 10, il prossimo appuntamento in programma per “AnGHInGò Scuola”, la rassegna dedicata alle scolaresche organizzata dalla compagnia Teatro Eidos, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento.
Il nuovo titolo in cartellone per la tredicesima edizione sarà “La musicista di Auschwitz”, scritto e diretto da Virginio De Matteo e liberamente ispirato al libro autobiografico “La ragazza con la fisarmonica”, di Esther Béjarano. Lo spettacolo, dedicato al Giorno della Memoria, ha già inaugurato ieri con successo la manifestazione “Città Spettacolo Teatro 2019”, promossa dal Comune di Benevento e diretta da Renato Giordano.
Queste le note di regia: “Esther è una giovane ebrea tedesca, che sopravvive ad Auschwitz grazie ai suoi studi in musica. Arrivata nel lager, le chiedono: “Cosa sai fare?”. Lei risponde: “Suono il piano”. Le assegnano invece una fisarmonica, ma la ragazza riesce a trovare gli accordi giusti e a entrare nell’orchestra femminile del campo, l’unica formazione di sole donne di tutti i lager nazisti. Lo spettacolo narra le vicende della sua vita: l’infanzia, la deportazione e la liberazione, l’approdo in Palestina e poi il ritorno in Germania, dove riprenderà la carriera di musicista, con un repertorio che spazia dai testi di denuncia sociale ai canti tradizionali yiddish e della Resistenza.
Esther è un’artista e una donna del Novecento profondamente libera, che ha fondato tutto il suo percorso sul valore della testimonianza e su una incrollabile fiducia nel futuro. Le sue note, che nell’orrore di Auschwitz dovevano anche accompagnare gli ignari deportati a morire, sono diventate un canto d’amore e di ribellione contro ogni forma di discriminazione e intolleranza, che ancora oggi la Béjarano diffonde con straordinaria forza.
Il racconto della sua storia, recitato dagli attori e costruito su una serie di rimandi a episodi significativi, è intervallato da melodie e canzoni del Ventesimo secolo, eseguite dal vivo da due musicisti. Una fisarmonica e una chitarra conducono lo spettatore in un mondo dalle sonorità ancestrali, dove trovano la loro genesi la musica popolare e la musica colta: un modo coinvolgente per narrare, e per non dimenticare, l’immane tragedia dell’Olocausto”.